Il M5S si divide un’altra volta e Gianluigi Paragone ne approfitta per affondare i suoi ex compagni di partito. Il senatore fondatore di Italexit è ospite dell’ultima puntata di Dritto e Rovescio. Durante il talk show di Rete 4, condotto da Paolo Del Debbio, Paragone non risparmia pesanti critiche a contiani e dimaiani. E mette in mezzo pure il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
“Siamo in un Paese sull’orlo di una crisi di nervi e questi si mettono a giochicchiare per uno strapuntino di potere. – Paragone attacca subito il M5S – L’idea del futuro di Luigi Di Maio è quella di passare da Gianroberto Casaleggio a Bruno Tabacci che gli dà il simbolo, di questo passo si prende pure mio nonno in carriola. Questa è l’idea del Palazzo che viene proiettata sull’Italia. Il Movimento 5 Stelle non c’è più, non solo è una fake politica, oggi è una truffa elettorale”, questa la grave accusa dell’ex pentastellato.
“Di Maio è un filino più intelligente di Conte, che politicamente è scarso, è un bidone, è riuscito a perdere tutto quello che si poteva perdere. – prosegue Paragone – È andato alla guerra in aula e si è ritrovato a fine giornata con un bel po’ di parlamentari in meno, con Di Maio che diventa protagonista di uno spazio. Siamo all’assurdo, Conte pensa di rifarsi la verginità? Coerenza comunque non è una parola che appartiene a loro due. Il governo se ne frega bellamente di Conte e del Movimento 5 Stelle”.
“Quella di Di Maio è un’operazione politica su cui si è compiuta e si sta compiendo una truffa elettorale sotto lo sguardo del Capo dello Stato. – il senatore di Italexit tira dentro anche Mattarella – Il Capo dello Stato è stranamente silente ma era stato coinvolto in alcuni passaggi, penso che questa operazione centrista abbia una visione proiettata al futuro, altrimenti Tabacci non si metteva dentro. Ha il simbolo che consentirà a Di Maio di non raccogliere le firme. Mentre si stanno formando partitini e partitelli, l’unico partito politico che dovrà raccogliere le firme, perché non sta dentro al budino della maggioranza, sarà Italexit”, conclude Paragone.
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