Al momento è di otto morti, otto feriti e 13 dispersi il bilancio della valanga che si è abbattuta su un gruppo di escursionisti sulla Marmolada. Proseguono senza sosta le ricerche delle persone scomparse, anche se le possibilità di ritrovarle in vita sono praticamente nulle. Intanto la procura di Trento ha aperto un’inchiesta per accertare se ci siano delle responsabilità umane nella tragedia. Ma l’emergenza non è ancora finita: le guide alpine avvertono infatti che, nelle prossime ore, “cadrà un pezzo di ghiaccio grande quanto un edificio”.
“La montagna fa paura perché potrebbero esserci degli altri cedimenti come quello che è avvenuto domenica. – lo annuncia in diretta su La7 l’inviato di In Onda Alessio Schiesari – C’è un fronte del ghiacciaio di 440mila metri cubi di ghiaccio che continua a muoversi di un metro al giorno. E una guida alpina ci ha detto che c’è un pezzo di ghiaccio grande come un edificio che non ci chiediamo se cadrà, ma quando cadrà”, rivela il giornalista.
“Perché è certo che nelle prossime ore dovrebbe cadere. – ribadisce Schiesari che sembra avere pochi dubbi – E allora le ricerche continuano in maniera molto più lenta del solito. Si utilizzano soprattutto i droni e gli elicotteri, proprio per evitare che i volontari del soccorso alpino debbano passare troppo tempo su quel ghiacciaio. Si calano dagli elicotteri solo quando si intravvedono dei detriti”, conclude.
“La priorità è ora ricomporre i corpi dei deceduti e dare loro un nome. – dichiara il procuratore di Trento, Sandro Raimondi, che ha aperto un’indagine per disastro colposo a carico di ignoti – Poi cercheremo di capire se ci sono anche delle responsabilità umane, oltre che climatiche. Esamineremo bene i filmati che abbiamo acquisito”. Ora la procura dovrà capire se il disastro avrebbe potuto essere evitato. “Se cioè siamo nel campo dell’imprevedibilità dell’evento, che è possibile, o altro”, spiega Raimondi.
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