Niente revisione del processo per Francesco Schettino. I suoi avvocati speravano che la Corte europea dei diritti dell’uomo potesse esprimere un parere positivo rispetto alla loro richiesta, formalizzata nel marzo del 2018. E invece per il momento vengono frustrate le speranze di una libertà anticipata per l’ex capitano della Costa Concordia, condannato a 16 anni per il naufragio della nave da crociera, avvenuto all’Isola del Giglio il 13 gennaio del 2012 e costato la vita a 32 persone.
La Corte europea dei diritti dell’uomo ha dunque respinto il ricorso presentato dai legali di Schettino. Ricorso che, come appena accennato, aveva lo scopo di portare ad una revisione del procedimento penale la cui sentenza definitiva è già stata emessa dalla Corte di Cassazione. Secondo gli avvocati dell’ex capitano della Costa Concordia i diritti del loro assistito sarebbero stati violati durante il processo in Cassazione
Il ricorso presentato alla Cedu di Strasburgo dal collegio difensivo di Francesco Schettino, formato dagli avvocati Saverio Senese, Pasquale De Sena, Paola Astarita, Irene Lepre e Donato Staino, mette nero su bianco il sospetto che durante il processo si siano verificati “sintomi di iniquità”. Ma non solo, perché una campagna mediatica considerata troppo dura e ingiusta avrebbe a loro giudizio condizionato l’esito del procedimento penale.
E poi, ancora, l’assegnazione del processo d’appello ad una sezione della Corte scelta dei giudici, avrebbe reso manifesta la deroga al principio costituzionale del giudice naturale precostituito. Da ricordare, inoltre, che Francesco Schettino è stato condannato per i reati di omicidio colposo, lesioni, naufragio, abbandono della nave e mancate comunicazioni alle autorità. Ma i suoi avvocati hanno chiesto la revisione del processo solamente per il primo reato: quello di omicidio colposo.
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