La crisi del governo Draghi innescata dalla mancata fiducia data dal M5S al decreto Aiuti rischia di spaccare anche la Lega. Infatti, se il segretario Matteo Salvini chiarisce che senza il Movimento di Giuseppe Conte il governo è finito, dall’altra parte alcuni leghisti di peso la pensano in maniera opposta. È il caso dei governatori di Veneto e Lombardia, Luca Zaia e Attilio Fontana. I due, durante un incontro a Palazzo Chigi con il premier e il sindaco Pd di Milano, Beppe Sala, per discutere di Olimpiadi 2026, ribadiscono la loro richiesta a Draghi di andare avanti.
“Mentre stiamo parlando il governo c’è. La cosa certa è che l’Italia non può permettersi mesi di litigi. Se bisogna passare mesi a litigare e questionare, meglio dare la parola agli italiani”, ribadisce ancora una volta il leader del Carroccio Matteo Salvini, convinto che questa esperienza del governo di unità nazionale sia giunta al capolinea.
“Il dibattito è il sale della democrazia, ma in questo momento c’è bisogno di un governo che prenda le decisioni strategiche. – dichiara Luca Zaia – Dunque spero non ci siano motivi per cui questo governa cada, perché entreremmo in un limbo pericoloso. Noi della Lega abbiamo un ruolo e possiamo giocarcelo fino in fondo. Abbiamo le nostre istanze, a partire dall’autonomia che, badate bene, non è la secessione dei ricchi”. Alla domanda se il governo debba andare avanti anche senza l’appoggio del M5S, il governatore del Veneto replica che “questo, come prevede la Costituzione, lo deciderà il Capo dello Stato: sentirà le forze politiche e vedrà i numeri, dunque deciderà”.
“La mia convinzione è che Draghi debba andare avanti e superare i momenti di difficoltà. Mi auguro che ricominci a lavorare nel pieno delle sue forze”, gli fa eco Attilio Fontana. E anche il sindaco di Milano Sala ritiene che Draghi “le preoccupazioni le avrà, sono momenti difficili. Penso che in questo momento sia importante l’identificazione del nostro Paese con l’Europa, il ruolo politico dell’Italia, e mi chiedo chi potrebbe rappresentare il Paese se non Draghi. Serve Draghi, ma non gli auguro resistenza e sfilacciamenti”, conclude.
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