Governo sospeso dopo le dimissioni presentate dal premier Mario Draghi e il gran rifiuto opposto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Le sorti dell’esecutivo guidato dall’ex capo della Bce è appeso un filo. Le sue sorti si decideranno mercoledì prossimo, quando Draghi si presenterà in Parlamento. Le ipotesi in campo sono tre: un nuovo incarico a lui per un Draghi bis, un governo affidato ad un’altra personalità per traghettarlo fino alle elezioni di primavera, ricorso alle urne anticipato all’autunno. In questa situazione caotica tutti attendono con trepidazione le mosse del leader M5S Giuseppe Conte.
Nella serata di ieri Conte ha riunito i suoi nel Consiglio Nazionale pentastellato, ma ne è uscito senza proferire parola. Se non un vago e generico “ci aggiorniamo domani”. Un retroscena pubblicato dal Fatto Quotidiano racconta però un’altra storia. L’ex premier avrebbe infatti esclamato: “Calma e sangue freddo, ora il boccino ce lo abbiamo noi”. Secondo lui, insomma, il pallino della crisi ce lo ha lui. E Draghi dovrà adattarsi alle sue richieste se vuole davvero restare a Palazzo Chigi.
“A mercoledì manca ancora un’eternità”, ragionano i grillini riferendosi alla data di mercoledì 20 luglio, quando il presidente del Consiglio si presenterà in Parlamento. Secondo quanto racconta il Fatto, per i pentastellati una nuova fiducia a Draghi è possibile “se nel programma politico saranno inclusi i punti prioritari consegnati nella lettera al premier”.
A questo proposito, sarebbe stato ancora Giuseppe Conte a rassicurare tutti che “senza risposte vere nessuno avrà i nostri voti”. Il leader pentastellato preme infatti affinché il governo accetti le sue richieste su salario minimo, superbonus e reddito di cittadinanza. Secondo alcuni retroscena, infine, anche Beppe Grillo si sarebbe detto “contento di come i portavoce siano uniti e coesi”. Insomma, il M5S sembra deciso ad andare fino al fondo di questa crisi di governo. Ma non sono esclusi colpi di scena come una nuova fiducia a Draghi.
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