Non è certo la prima volta che un pregiudicato o un malavitoso inneggia ai vecchi boss della mafia siciliana Totò Riina e Bernardo Provenzano. E per le forze dell’ordine non è inedito nemmeno il fatto che a compiere questo gesto sia un membro della criminalità organizzata foggiana. Da decenni, infatti, la provincia pugliese di Foggia ospita una associazione criminale che può essere paragonata in tutto e per tutto alla mafia originale. Stavolta però la notizia che una coppia di genitori, entrambi pregiudicati, ha portato il figlio ad omaggiare le tombe di Riina e Provenzano a Corleone non poteva che provocare scalpore.
La vicenda nasce da alcune storie postate sul suo profilo Facebook d Pompeo Piserchia, personaggio noto alle forze dell’ordine per i suoi numerosi precedenti penali per reati contro il patrimonio. Lui si definisce sui social “killer presso libero professionista”. L’ultimo arresto di Piserchia, avvenuto insieme alla moglie, risale al settembre del 2019, quando nella loro abitazione venne ritrovata una pistola Beretta calibro 6,35 con matricola abrasa, nascosta sotto la culla del figlio allora neonato.
Stavolta Piserchia, con l’aiuto della consorte, posta una serie di foto e video che li ritraggono al cimitero di Corleone. “Per Provenzano da parte di Pompeo e Pina da Foggia”, si legge in un bigliettino appoggiato vicino all’urna che contiene le ceneri del boss corleonese, insieme a due rose rosse. “Prima che me ne vado, perché non so se tornerò più, voglio dare un omaggio a questa grandissima persona: Bernardo Provenzano. Rimani sempre nel nostro cuore”, esclama Piserchia in un video.
Nei diversi video pubblicati, ad un certo punto si sente anche la moglie invitare tutti a “inviare una rosa a Zio Totò”. Intanto il figlioletto di quattro anni viene immortalato mentre ingenuamente bacia le fotografie di Totò Riina e Bernardo Provenzano. In un’altra storia, poi, lo stesso Piserchia si inquadra mentre sta percorrendo l’autostrada Palermo-Capaci e, giunto allo svincolo dove fu ucciso Giovanni Falcone, commenta: “Qua sono morti questi: Falcone e Borsellino”.
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