Ora ci si mette pure la senatrice del M5S Paola Taverna a minacciare Mario Draghi. Sono giorni decisivi per il futuro del governo. Dopo la decisione del M5S di non votare la fiducia al decreto Aiuti, il presidente del Consiglio come promesso è salito al Quirinale per rendere pubbliche le sue dimissioni, anche se il suo governo ha ottenuto la fiducia in entrambi i rami del Parlamento. Una crisi sui generis, dunque, che infatti il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è rifiutato di ufficializzare, invitando Draghi a presentarsi in Parlamento mercoledì prossimo per una eventuale nuova fiducia.
Ora il premier ha due opzioni: confermare le sue dimissioni irrevocabili, o proseguire la sua esperienza a Palazzo Chigi senza il M5S. Intanto però continuano a piovere retroscena sugli organi di stampa, come quello che riguarda la senatrice contiana Paola Taverna. “Oggi li sfonnamo de brutto. Tanto nun c’è trippa pe’ gatti, je votamo contro”, avrebbe esclamato la Taverna nel suo tipico dialetto romanesco subito prima del mancato voto pentastellalo sul decreto Aiuti.
Lo racconta sul Corriere della Sera il giornalista Fabrizio Roncone, secondo il quale dunque la decisione da parte dell’ala dura del M5S di togliere la fiducia a Draghi era già stata presa da tempo. Certo, i grillini avrebbero fatto un tentativo per convincere Draghi a togliere il voto di fiducia sul decreto, ma inutilmente. Si motiverebbe così il livore di Paola Taverna nei confronti dell’ex governatore del Bce.
Roncone riporta anche la reazione del leghista Roberto Calderoli, secondo il quale i pentastellati “hanno capito di aver fatto un casino. Sono dei poveracci”. Sulla stessa lunghezza d’onda l’opinione del forzista Maurizio Gasparri: “Sono preoccupato. Conte ragiona da sughero: è abituato a galleggiare, senza battere ciglio ha fatto il premier gialloverde e poi giallorosso. Non capisce che Draghi è un uomo diverso. Quello, se si arrabbia, se ne va”. Parole premonitrici.
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