A due giorni dal decisivo intervento di Mario Draghi in Parlamento, dove il premier scioglierà definitivamente i dubbi sulla sua permanenza a Palazzo Chigi, si moltiplicano le ipotesi su ciò che potrebbe accadere e gli appelli ai protagonisti di questa rovente crisi di governo. Ospite de L’aria che tira su La7, il governatore dell’Emilia Romagna in quota Pd, Stefano Bonaccini, utilizza il bastone e la carota con il leader del M5S Giuseppe Conte che però, avverte Bonaccini, rischia di essere ricordato come un altro personaggio politico: l’allora capo di Rifondazione Comunista, Fausto Bertinotti, che nel 2008 fece cadere il governo Prodi.
“Qui in Romagna è boom di turisti. Non mancano i turisti, ma rischiamo che manchino un po’ di lavoratrici e lavoratori nei settori del turismo e della ristorazione, come in tutta Italia”, premette Stefano Bonaccini in collegamento con lo studio di La7, senza nascondere una certa soddisfazione per l’andamento della stagione turistica nella sua Regione. “Io come gli italiani proprio non la capisco questa crisi. – cambia subito discorso spostandosi sulla crisi politica in atto – O meglio, per non essere populista, posso accettare e capire che Giuseppe Conte e il M5S chiedano di avere più attenzione”, riconosce il governatore.
“Ad esempio sull’agenda sociale, come la chiamano loro. – prosegue Bonaccini tendendo una mano ai pentastellati – E mi pare che Draghi avesse persino detto che era disponibile a valorizzare alcuni dei punti che avevano presentato. Ma mi domando, – cambia poi improvvisamente tono – se cade il governo Draghi, coloro che dovrebbero essere i ricettori di quell’agenda sociale sarebbero più o meno tutelati? Secondo me molto meno tutelati”.
“E soprattutto, – si chiede ancora un polemico Bonaccini – nel momento in cui c’è ancora la guerra in Ucraina. Nel momento in cui abbiamo questa crisi energetica con le bollette più alte del mondo. Mi si permetta, visto che qui faremo il rigassificatore, oltre al più grande parco eolico e fotovoltaico, spero che il presidente Conte ci rifletta. Io con lui ci ho anche lavorato molto bene quando ero presidente della Conferenza delle Regioni. Insieme abbiamo affrontato una pandemia che l’Italia ha saputo affrontare molto meglio di altri Paesi. Sinceramente oggi faccio fatica a comprendere come si possa mettere a rischio questo governo, rischiando di essere ricordati in futuro come il nuovo Bertinotti che fece cadere il governo Prodi”, conclude con l’ennesima stiletta al leader pentastellato.
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