Una vita breve quanto drammatica e sofferta, quella vissuta dalla piccola Diana, morta di stenti a soli 16 mesi nella sua casa di Milano. Colpevole di questa tragedia è la madre Alessia Pifferi che, secondo la ricostruzione degli inquirenti, la avrebbe lasciata morire lasciandola da sola in casa per ben sei giorni. Ora la donna si trova in carcere, accusata di omicidio, anche se secondo il giudice non ci sarebbe premeditazione. Intanto continuano ad emergere nuovi agghiaccianti particolari sulla vicenda.
La piccola Diana è morta dunque di stenti tra il 14 e il 20 luglio scorso, mentre la madre se ne era andata a divertirsi dal compagno. Ma i 16 mesi di vita della bambina sono stati tutti un susseguirsi di orrori e sofferenze. A cominciare dalla nascita, avvenuta nel bagno di casa. Proprio per il fatto di essere venuta al mondo prematura, Diana aveva avuto bisogno di restare attaccata ad un respiratori durante i primi 30 giorni di vita. La madre Alessia Pifferi intanto se la spassava a Montecarlo con il compagno di allora.
Come riporta il Corriere della Sera, la donna non si sarebbe limitata solo a questo orrore. Si sarebbe infatti anche permessa di sfruttare l’esistenza di Diana per trarne un vantaggio economico. Come nel caso del finto battesimo organizzato da Alessia Pifferi al solo scopo, pare, di ricevere denaro e regali da amici e parenti. Peccato però che quella cerimonia battesimale non sia mai stata celebrata. La donna si è limitata ad intascare tutto quello che aveva rimediato.
Ma sono innumerevoli le testimonianze che la inchiodano alle sue responsabilità. Diverse persone descrivono la piccola Diana come sempre triste e stanca. “Diana era meno vivace del solito”, confida una testimone agli inquirenti facendo riferimento ai suoi ultimi giorni di vita. “Appena Diana si agitava o voleva avvicinarsi agli altri bambini veniva ripresa in modo brusco dalla mamma. Subito si fermava, era come intimorita da lei”, racconta un’altra donna.
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