Forza Italia rischia di esplodere dopo la decisione di Silvio Berlusconi di togliere la fiducia al governo Draghi. Il partito azzurro sta perdendo tutta l’area moderata e governista, rappresentata dai tre ministri Renato Brunetta, Maria Stella Gelmini e Mara Carfagna. Anche la ex di Silvio, Francesca Pascale, che da poco ha ufficializzato la sua unione con la cantante Paola Turci, gli ha voltato bruscamente le spalle. Stesso discorso per il giornalista Giuliano Ferrara che a sorpresa ha già fatto sapere che voterà Pd. E allora, ecco che arriva il manganello mediatico di Alessandro Sallusti a cercare di rimettere in riga i ‘traditori’ del Cavaliere.
“Se vincono i sovranisti subito via dall’Italia”, ha fatto sapere nei giorni scorsi Francesca Pascale, da giorni protagonista dei social per la sua unione con Paola Turci. “Dichiarazione di voto, visto che si vota. – scrive invece Giuliano Ferrara su Il Foglio – No Meloni. No Salvini. No Berlusconi. Voto Pd, perché il grigiore dell’ultimo partito costituzionale, in attesa di una leadership e di un vero programma politico e di interessi sociali, è civilmente da preferire a ogni altra scelta”.
“Veline e veloni ingrati”, titola allora il direttore di Libero pubblicando anche una foto dei due. “Mi ha colpito che i due, Ferrara e Pascale, hanno per certi versi una storia simile. – attacca Sallusti nel suo editoriale – Pur non avendo mai lavorato un giorno in vita loro sono diventati milionari grazie alla generosità di Silvio Berlusconi e ora, dopo essere stati foraggiati e mantenuti tanto da essere a posto per qualche generazione, sputano con gusto nel piatto dove hanno banchettato. Può essere gente così un modello per gli italiani che sgobbano per tirare sera? – si domanda polemicamente – Possibile, come si dice a Milano, che ancora oggi si possa pensare di fare sempre e impunemente i fr**i con il c**o degli altri?”.
“Dicono: ma dai, Giuliano Ferrara è un maestro. – prosegue Sallusti – Maestro sì, di trasformismo, uno che ha attraversato la vita giocando. Ha giocato con la sinistra extraparlamentare, poi con Berlusconi, poi con Gianfranco Fini, quindi Mario Monti e ultimo Mario Draghi. Un abbraccio, occhio Enrico Letta visto che oggi tocca a lei, che peraltro non ha mai portato buono. Destra, sinistra, centro, tutto va bene purché se magni, dicono a Roma. È un classico dei cortigiani, veline o veloni ingrati che siano, sempre in cerca di un re vincente da servire. Si giochi pure con le parole e con i voti, seduti su una montagna di fama e di soldi made in Berlusconi deve essere anche divertente”, conclude il giornalista.
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