“Metti caso che hai Vasco Rossi che sta in coalizione con te. Che cosa fai, gli dai un collegio blindato e tanti saluti? Oppure fai in modo che quel nome porti consensi a tutta l’alleanza? Lo tieni nascosto o lo metti bello visibile sulla scheda elettorale in modo da sfruttarne la popolarità? Davvero, io non capisco. Però dai, vediamo in un modo o nell’altro di risolverla”. Come sempre polemico, Vittorio Sgarbi in un articolo sulla stampa, che non accetta il diniego di Noi con l’Italia, il partito di Maurizio Lupi alleato con Fratelli d’Italia, a fargli presentare il logo di Rinascimento, il partito personale del critico d’arte e politico Sgarbi, nella stessa grafica.
“Non voglio polemizzare con Lupi. Lui è un ragazzo buono, semplice, sincero. Ma, dico io, mi volete usare nel simbolo? Io da solo prendo dall’1 all’1,5%, a prescindere dalla coalizione. In un Comune di duemila elettori, venti voti non me li toglie nessuno. Pensa poi nelle grandi città! Questi consensi li posso portare dentro, possono essere decisivi”.
E conclude, tirando acqua al suo mulino: “Ma quanto fanno schifo i nomi dei partiti di oggi, ancorati esclusivamente al racconto dell’immediato, del presente? Italia viva fa schifo, Azione fa schifo, un po’ anche Noi con l’Italia fa schifo. Senti quant’è bello Ri-na-sci-men-to! La storia, il racconto, il cammino, l’idea: com’era per i nomi bellissimi della prima repubblica, Partito repubblicano, Partito comunista. Lupi mi ha telefonato per dirmi “sai, Vittorio, se mettiamo più simboli nel tondino poi l’elettore si confonde. Qua ne ho uno che riprende la Creazione di Adamo di Michelangelo. Ma secondo voi Michelangelo può mai confondere l’elettore?”.