Sono passati più di vent’anni dal delitto di Cogne, ma tutti gli italiani ricordano i protagonisti di quella tragica vicenda. Il 30 gennaio del 2002 il piccolo Samuele Lorenzi di soli tre anni fu trovato privo di vita nella villetta di Montroz, frazione del paese della Valle d’Aosta dove la sua famiglia risiedeva. Accusata e poi condannata per il suo omicidio è stata la mamma Annamaria Franzoni. La donna ha da tempo pagato il suo conto con la giustizia. Ma a fare notizia è il suo ritorno, per la seconda volta, nella casa del delitto dove ha trascorso il Ferragosto insieme al marito.
A fornire in esclusiva le immagini del ritorno di Annamaria Franzoni nella villetta di Cogne è stato il settimanale Giallo. Secondo la ricostruzione, la donna avrebbe trascorso lì qualche giorno insieme al marito a cavallo di Ferragosto. Già a Capodanno di quest’anno, però, i Lorenzi avevano deciso di fare ritorno in quel luogo per loro così triste.
La fotografia pubblicata in prima pagina da Giallo ritrae la donna mentre si trova in piedi davanti all’uscio di casa. Di fronte a questa immagine in molti si sono chiesti che cosa spinga Annamaria Franzoni a ritornare nella villetta di Cogne. Alcuni si chiedono che cosa possa provare la donna entrando in quella casa dove, almeno secondo la verità processuale, è stata lei stessa a togliere la vita al suo bambino con una violenza inaudita.
Fatto sta che Annamaria Franzoni ha chiuso i conti con la giustizia. Condannata a 16 anni per l’omicidio di Samuele, la donna ne ha scontati solamente 10 a causa dell’indulto e della sua buona condotta. Nel 2014 è finita agli arresti domiciliari per poi finire di scontare la sua pena nel 2019. Ora insieme al marito gestisce un agriturismo a Monteacuto Vallese, in Emilia, suo paese di origine. E nessuno, tranne la sua coscienza, le vieta di fare ritorno a Cogne.
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