“È morta la vecchia di m***a!”, “Finalmente brindiamo alla vecchia put***a!”. Turpiloquio e via di champagne stappato nel programma dell’ora di punta Cuneo al mediodia, condotto appunto da Santiago Cuneo sulla televisione pubblica argentina.
Stappando la bottiglia tra musica e palloncini, il conduttore ricorda la sua promessa di brindare alla morte di Elisabetta II, che condusse e vinse la “Battaglia delle Falkland” o delle Malvinas, dal punto di vista argentino, scoppiata tra l’aprile e il giugno del 1982.
L’Argentina pensò di reimpossessarsi delle isole, avamposto strategico, pensando che in quegli anni la reazione inglese sarebbe stata blanda. In realtà la maggior parte della popolazione era ormai di origine britannica e tale si sentiva. L’intervento inglese fu pesante e minaccioso, al punto da infliggere una ritirata poco onorevole agli argentini. Non a caso, le Falkland rispetteranno i dieci giorni di lutto nazionale previsti in Gran Bretagna.
Sempre per le opposizioni storiche e per la violenza subita dal potente vicino, anche l’Irlanda ha avuto reazioni scomposte e irriverenti. Mentre il twitter-trend era quello della scomparsa della sovrana, in Irlanda si affermava l’hashtag #herewego, letteralmente “ci siamo!”, nel senso di “e vai!”.
Molti account ricordano la Bloody Sunday del 30 gennaio 1972, postando la celebre canzone “Sunday Bloody Sunday” degli U2. Quel giorno l’esercito inglese fece fuoco sui manifestanti irlandesi, inermi e disarmati, che protestavano per l’arresto senza processo di alcuni cittadini considerati terroristi indipendentisti. Restarono sull’asfalto quattordici corpi.
“Cordoglio per la morte della regina in tutto il mond…” recitano alcuni post, mentre immagini di auto e passeggeri festanti passano con le bandierine dell’Irlanda. Oppure il meme dei ballerini della “Coffin Dance”, assurti alla popolarità mondiale durante il lockdown del 2020, si affacciano inesorabili alla porta. E ancora i video dei fuochi d’artificio in diverse piazze irlandesi e le persone che brindano.
Almeno in due posti del mondo, il colonialismo inglese e gli aspetti più reconditi di un’antica monarchia non vengono accolti come una delle tante manifestazioni pop dei nostri tempi.