Dopo il presidente della Commissione europea, ci pensa il primo ministro francese entrare a gamba tesa nella politica italiana. Nei giorni scorsi Ursula von der Leyen aveva ricevuto critiche quasi unanimi per le sue parole sulle elezioni del 25 settembre. Oggi, ad urne ormai chiuse con la vittoria del centrodestra di Giorgia Meloni, tocca a Elisabeth Borne suscitare un vespaio di polemiche con le sue dichiarazioni.
“Il popolo italiano ha votato, non ho intenzione di commentare questa scelta democratica. – premette Elisabeth Borne intervistata da Bfm Tv – Sta al presidente della Repubblica nominare il presidente del Consiglio. La signora Giorgia Meloni ha, evidentemente, ottenuto un numero considerevole di voti”, ammette la premier francese.
“Ovviamente staremo attenti. – aggiunge però subito dopo – Quello che ha detto la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, è che in Europa ci sono dei valori da garantire sui diritti umani, sul rispetto reciproco e degli altri, in particolare il diritto all’aborto, e che sono rispettati da tutti. È nel suo ruolo ricordarci che sosteniamo i valori in Europa”. Il suo riferimento è alla frase pronunciata qualche giorno fa dalla von der Leyen che aveva creato un putiferio in Italia: “La democrazia è un lavoro costante, non si finisce mai, non puoi metterla in una scatola e mantenerla così senza far nulla. In Italia si vedrà alla fine delle elezioni: se le cose andranno verso una situazione difficile, abbiamo gli strumenti”.
A replicare alla premier francese ci pensa Fabio Rampelli. Il fedelissimo meloniano bolla quelle della Borne come “dichiarazioni del tutto ininfluenti perché non abbiamo alcuna intenzione di toccare né i diritti umani né il diritto all’aborto. L’abbiamo detto in lungo ed in largo, è stata organizzata una campagna veramente penosa da parte dei nostri avversari. Non si può insudiciare l’immagine di una nazione intera cercando di colpevolizzare e demonizzare i propri avversari. Noi abbiamo spiegato in campagna elettorale che non toccheremo la 194, è la nostra posizione storica”, conclude.
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