In Liguria un medico su due dei reparti ostetrici-ginecologici è obiettore di coscienza. Sono 67 su 204 gli anestesisti obiettori e il 21,8% il personale non medico che si oppone al diritto di aborto.
Tutte percentuali al di sotto della media italiana, che si attesta al 64,6% per i medici, 32,8% per gli anestesisti e 36,2% per il personale non medico.
Questi dati, riferiti al 2020, sono stati presentati dal presidente della Regione Liguria e assessore alla Sanità, Giovanni Toti, rispondendo in aula a un ordine del giorno presentato dal Partito democratico per chiedere alla giunta di continuare a garantire alle donne il pieno diritto a scegliere l’interruzione volontaria di gravidanza.
Il documento, con il parere favorevole del governatore, è stato approvato con 21 favorevoli, tre astenuti e sei non espressi.
Fratelli d’Italia si è astenuta e il centrodestra si è diviso nel Consiglio regionale della Liguria. Oltre al Pd hanno votato a favore M5S, Lista Sansa, Lista Toti, Lega e Forza Italia. Tre consiglieri di FdI si sono astenuti e non sono intervenuti nel dibattito. Altri 6 consiglieri di centrodestra e centrosinistra erano fuori dall’aula al momento del voto. L’ordine del giorno presentato dal consigliere Roberto Arboscello (Pd) impegna la Giunta Toti “a garantire alle donne che decidono di non portare a termine una gravidanza in Liguria di effettuare questa scelta senza dover superare alcuna difficoltà nell’accesso alle strutture che effettuano l’interruzione volontaria di gravidanza”. La impegna anche a “sostenere nelle sedi più opportune la richiesta del Parlamento europeo di inserire il diritto all’aborto legale e sicuro nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea”.