L’appoggio compatto dell’Occidente al presidente ucraino Zelensky comincia a scricchiolare anche a colpi di tweet, come nel caso della giornalista Milena Gabanelli. Negli ultimi giorni non sono stati pochi i politici o i giornalisti di tutto il mondo ad aver espresso dubbi sull’appoggio incondizionato di Nato e Europa alla resistenza dell’Ucraina contro l’invasione russa. Persino da Washington sono giunti messaggi rivolti a Kiev, come quello pubblicato dal New York Times che ha puntato il dito contro i servizi segreti ucraini per l’attentato che è costato la vita alla figlia del filosofo Aleksander Dugin. Ora però anche in Italia si apre un nuovo fronte dopo il tweet pubblicato dalla Gabanelli che fa esplodere i social.
“Ma qualcuno a Washington e Bruxelles dice a Zelensky dove si deve fermare?”. È questo il breve ma esplosivo cinguettio di Milena Gabanelli che mette in subbuglio la rete. L’ex conduttrice di Report, oggi collaboratrice del Corriere della Sera, pone una domanda chiara ai vertici del potere occidentale. A scatenare i suoi dubbi è l’attentato al ponte che unisce la Crimea alla Russia che secondo lei rischia di alimentare l’escalation verso un conflitto nucleare.
Ma la domanda di Milena Gabanelli scatena la rabbia dei molti sostenitori di Kiev senza se e senza ma. “Dove si deve fermare Zelensky? Al confine tra Ucraina e Russia stabilito nel 1991. Qualcosa in contrario, signora?”, la sfida qualcuno. “Ricordo, per i più distratti o in malafede, che è Putin l’aggressore e gli ucraini gli aggrediti”, mette in chiaro un altro.
“Ma qualcuno al Corriere lo dice alla Gabanelli quando fermarsi?”, ironizza un altro. “Fermarsi vuol dire fermare la guerra? Ha capito molto vedo…Tolgo il follow, buon proseguimento ad inseguire la pace con un paese in più che diventa territorio”, afferma un altro ancora. Lei prova in tutti i modi ad arginare la tempesta provando a spiegare meglio la sua posizione. Ma a metterci il carico, senza però nominarla, è anche il collega Enrico Mentana. “Come si temeva, più la guerra va avanti e più si tende a dimenticare chi ha attaccato e chi si è difeso. – scrive il direttore del tg di La7 su Facebook -E molti scambiano la pace con il loro desiderio di essere lasciati in pace”.
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