Dopo mesi di tentennamenti e giri di parole, Giuseppe Conte ammette finalmente di essere stato lui il responsabile della caduta del governo di Mario Draghi. Il leader del Movimento 5 Stelle rilascia un’intervista al corrispondente da Roma del quotidiano spagnolo El Paìs, Daniel Verdù. Ed è proprio il giornalista iberico a riuscire a strappare all’ex premier una dichiarazione che fino a questo momento aveva evitato di fare.
Ricostruendo quanto accaduto in quei drammatici giorni di fine luglio, Giuseppe Conte spiega al giornalista spagnolo che il M5S aveva messo sul tavolo dell’allora presidente del Consiglio diverse questioni politiche da risolvere insieme. In quel momento Conte era “consapevole” che i cittadini italiani non gli avrebbero “voltato le spalle” anche se avesse fatto cadere il governo.
“Draghi è venuto in Parlamento e non ha accettato né un dibattito, né un programma condiviso. – racconta Conte a El Paìs – Negli ultimi mesi, i nostri ministri si sono trovati di fronte a testi di decreti che non erano stati anticipati prima e, quindi, è stato violato il principio di collegialità del Consiglio dei ministri”. Poi il leader pentastellato dichiara che “non abbiamo ritenuto di poter condividere la responsabilità diretta del governo”.
Affermazione che offre al giornalista l’occasione per porgli una domanda molto precisa alla quale Conte finora non aveva risposto: “Quindi lei è responsabile della caduta del governo?”. Domanda a bruciapelo di fronte alla quale però Conte non si scompone affatto e replica con un telegrafico ma inequivocabile “Sì”. Durante l’intervista il leader M5S si sofferma anche sulla campagna elettorale del Pd che ha puntato tutto sulla scelta tra democrazia e fascismo. “È un errore, non si può andare in giro a distribuire brevetti di legittimità democratica. – sentenzia – Si tratta di forze politiche, soprattutto Fratelli d’Italia, che da anni sono rappresentate in Parlamento e che non propongono contenuti programmatici o ideologie esplicitamente neofasciste”.
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