Forse non tutti sanno che Morgan è amico e fidato consigliere di Giorgia Meloni. Il cantautore, al secolo Marco Castoldi, si permette quindi ogni tanto di mettere bocca sulle scelte che la presidente del Consiglio in pectore deve compiere. È anche il caso del totoministri che in queste ore sta impazzando sui media. A Morgan però interessa in particolare un determinato ministero: quello della Cultura. Secondo l’ex frontman dei Bluvertigo quella poltrona deve essere assegnata per forza a Vittorio Sgarbi. Per questo decide di pubblicare un appello rivolto alla Meloni.
“La cultura deve avere come conducente una figura popolare, persona trasversale che in questa nostra era ha solo un nome noto. – questo l’appello in versi di Morgan pubblicato da Il Giornale – E lo dice la sinistra, la destra e i libertari per varie ragioni ma in fondo tutte uguali. Dalle cattedrali agli stadi, dai virtuosi ai più sfigati non c’entra il vil denaro non c’entrano i miliardi, si sente dire in coro: ‘Lo dia a Vittorio Sgarbi’. Conta la persona, non la politica, perché la Cultura è ciò che distingue l’essere umano dall’animale”.
“La Cultura non può permettersi di essere guidata da un mediocre che non vola. – prosegue Morgan – Perché il ministero della Cultura è un aereo di linea con dentro tutti i cittadini e il pilota non può essere incompetente, perché se cade li ammazza tutti. Il ministero della Cultura è il punto focale della vita2, sottolinea il cantautore che si autodefinisce “artista e uomo di cultura anarchico, intellettuale moderno e uno dei più grandi artisti che questo Paese possa vantare senza meritarselo. Ma anche un coglione di prima categoria che ha fatto danni a destra e a manca, perché sono un essere umano”.
Poi Morgan condivide 10 regole, secondo lui fondamentali, sul fatto che “il ministero della Cultura non può: 1) rientrare nel totoministri; 2) essere affidato ad un mediocre; 3) essere considerato meno importante della Difesa o dell’Economia; 4) essere esso stesso un centro culturale; 5) non occuparsi di tutte le discipline artistiche; 6) avere colore politico; 7) spegnersi; 8) subire o attenersi alle regole e alle burocrazie frenanti e limitanti; 9) avere meno stanziamenti degli altri; 10) non essere affidato a Vittorio Sgarbi”.
Potrebbe interessarti anche: Morgan difende la Meloni dalle critiche: “I miei colleghi pensano solo al conto in banca”