“Noi non siamo stati. Anche perché servivano venti senatori e noi siamo solo nove. È stata un’operazione politica vera e propria, e a mio giudizio, ha colto nel segno”, spiega alla Dire Ivan Scalfarotto, tra i senatori renziani ‘accusati’ di aver votato La Russa.
Contro di lui, per così dire, il tempo di sosta nella cabina di votazione. Se avesse ritirato e consegnato la scheda senza aprirla, ci avrebbe impiegato pochi secondi. Invece Scalfarotto si attarda sotto la tenda. È il segno che ha votato per La Russa?
“Ma neanche per sogno. Io ho una storia e con tutto il rispetto per la persona non voto per La Russa alla presidenza del Senato”, dice Scalfarotto. E allora perché ha impiegato così tanto tempo per votare? “Il voto è segreto e io in ogni occasione apro la scheda e la ripiego. Questa volta l’indicazione del gruppo era scheda bianca e così è stato”.
Ma cosa pensa del voto di oggi? “È un’operazione politica che fa deflagrare le contraddizioni del centrodestra, e in particolare di Forza Italia, che versano in enormi difficoltà. Tanto di cappello. Meloni oggi fa una vittoria di Pirro perché sa che da oggi la strada del governo di centrodestra è in salita”.