Un segnale al rispetto delle posizioni sui diritti di tutti e in contrasto o quanto meno tutela per l’elezione del leghista negazionista dei diritti civili, antiabortista e filo-putiniano Lorenzo Fontana. Dalle file dell’opposizione, e del Pd in particolare, spunta l’idea di imporre Alessandro Zan come vicepresidente della Camera.
Il fautore della proposta di legge che porta il suo nome, e che avrebbe potuto inasprire le pene per chi discrimina gli altri per motivi di omotransfobia, bocciata per ben due volte, sembrerebbe il nome giusto per dare un segnale di distensione rispetto ai nomi degli uomini che la maggioranza a eletto sugli scranni delle più alte cariche dello Stato.
Non si è fatta attendere la risposta del diretto interessato, Alessandro Zan, rieletto alla Camera in quota Pd:
“Non ne so nulla, ma resto a disposizione, come uomo di partito, a servizio del mio Paese, sempre e comunque. L’elezione di La Russa al Senato e di Fontana alla Camera è il segnale di una svolta verso l’estremismo di destra che metterà a rischio sia i diritti civili sia molte delle conquiste dell’Italia repubblicana”.
A pochi minuti dall’inizio della quarta votazione per eleggere il presidente della Camera, Zan aveva esposto, insieme ad altri compagni di centrosinistra, uno striscione che recitava: “No a un presidente omofobo pro Putin”.