Abusata in famiglia per anni, sotto gli occhi della madre che segnava su un calendario i giorni in cui il patrigno poteva stuprarla. È l’agghiacciante retroscena emerso in sede processuale in un caso di abusi sessuali avvenuti tra le mura domestiche in comune ligure, dove gli avvenimenti risalgono a quando la vittima aveva solo 12 anni. Dopo 7 anni è stata confermata la reclusione di 10 anni per patrigno e la madre. Per il padre naturale, anch’egli colpevole di aver abusato della figlia, solo 4 anni di carcere con rito abbreviato. La piccola aveva cercato protezione in casa sua, ma anche lui, non aveva esitato ad abusare di lei.
La tragedia è avvenuta a Lavagna (comune della Liguria) ben 7 anni fa, quando la bambina aveva solo 12 anni, ed è andata avanti fino a quando la ragazzina ne ha compiuti 18. Le indagini hanno fatto emergere altri inquietanti dettagli: la madre segnava sul calendario i giorni del mese in cui il patrigno poteva abusare della bambina. La prima volta che la ragazza ha denunciato le violenze si trovava in ospedale, a
Lavagna: “Vivevo con mamma e il suo fidanzato, nello Spezzino, avevo 12 anni quando il mio patrigno ha iniziato ad abusare di me”. Proprio sulla testimonianza della ragazza, ritenuta genuina e attendibile nonostante il danno provocato sulla sua psiche dagli abusi, è stato costruito l’impianto accusatorio. A corroborare l’accusa ci ha pensato poi il patrigno, confessando tutti gli abusi compiuti.
La sentenza è stata emessa lunedì 15 giugno, dal giudice per le indagini preliminari Fabrizio Garofalo. I tre imputati, che hanno chiesto il processo con rito abbreviato potendo così contare su un sconto di un terzo della pena, sono stati arrestati circa un anno fa, ma oggi sono liberi in attesa che la sentenza venga confermata anche in secondo e terzo grado.
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