Il mondo accademico e delle scienze sociali piange Francesco Alberoni, morto a 93 anni. E’ stato una delle figure più enigmatiche, variegate e discusse della sociologia italiana, sempre pronto a superare i confini delle discipline tradizionali.
Nato nel 1930, Alberoni intraprese inizialmente studi in medicina, laureandosi a Pavia nel 1953. Da lì, una trasformazione lo vide attratto dalla psichiatria, divenendo allievo di menti brillanti come Franco Fornari e padre Agostino Gemelli. Tuttavia, non si limitò alla sola psicologia. Si tuffò nei fenomeni sociali, nel momento storico definito da Pasolini come “la mutazione antropologica italiana”.
Con un approccio unico, durante gli anni ’50, Alberoni decise di studiare la società italiana attraverso i corredi e l’intimo, con il sostegno finanziario di Bassetti. Questo gli permise di identificare profondi cambiamenti sociali, particolarmente tra le donne, che vedevano la vita urbana come una fuga da una società patriarcale.
Dal suo osservatorio unico, Alberoni ha prodotto opere influenti come “L’integrazione dell’immigrato nella società industriale” (1958) e “Consumi e società” (1964). Quest’ultimo, in particolare, anticipò argomenti che sarebbero stati poi discussi da Jean Baudrillard in “La società dei consumi”.
Ma è con “Movimento e istituzione” del 1977 che Alberoni ha segnato profondamente il campo delle scienze sociali, esplorando il rapporto tra movimenti collettivi e istituzioni. Queste osservazioni culminarono con “Innamoramento e amore” nel 1979, tradotto in oltre venti lingue e venduto in milioni di copie. Il libro esplorava l’amore come una forma di rivoluzione, unendo mente e cuore, e venne adottato da molti come guida spirituale e di vita.
Nonostante la sua carriera accademica, Alberoni ha avuto una vita piena di avventure, collaborando con giornali come Corriere della Sera e Il Giornale, e prendendo parte alla vita politica e culturale del paese.
La sua morte rappresenta una perdita per l’Italia e per il mondo delle scienze sociali. Mentre alcune delle sue azioni e idee sono state discusse, la sua capacità di leggere e interpretare le trasformazioni sociali resta ineguagliabile. In ogni caso, come egli stesso avrebbe potuto dire, se non avesse compreso l’essenza dei desideri e dei sogni delle italiane, “Alberoni non sarebbe diventato Alberoni”.