Addio a Paolo Portoghesi, l’architetto italiano che ha contribuito alla reintegrazione della memoria collettiva nella tradizione dell’architettura moderna. Con una carriera che si è sviluppata su oltre sessant’anni di lavoro e ricerca, Portoghesi ha lasciato un’impronta significativa nel campo dell’architettura e della storia dell’architettura.
Nato a Roma il 2 novembre 1931, Paolo Portoghesi si è laureato in architettura nel 1957 e ha intrapreso un percorso accademico che ha influenzato diverse generazioni di studenti. Ha insegnato Storia della critica all’Università di Roma e storia dell’architettura al Politecnico di Milano, dove è stato anche preside. La sua passione per l’insegnamento si è protratta fino a quando ha iniziato a insegnare progettazione presso la facoltà di architettura dell’Università di Roma.
Ma Portoghesi non è stato solo un teorico dell’architettura, è stato anche un prolifico progettista, realizzando opere che hanno suscitato dibattiti accesi. Tra queste opere, spicca la Moschea e Centro culturale islamico a Roma, un progetto ambizioso che ha richiesto anni di lavoro e che ha segnato l’architettura romana contemporanea. La Moschea, completata nel 1995, rappresenta un punto di riferimento per la comunità islamica di Roma e un esempio di come l’architettura possa unire diverse culture e religioni.
Portoghesi aveva anche una predilezione per le linee curve e le superfici sinuose, che derivava dal suo amore per le forme della creazione e degli esseri viventi. Questa predilezione è evidente in molte delle sue opere, compreso il quartiere Rinascimento nel Parco Talenti a Roma, completato nel 2001. Questo quartiere, caratterizzato da edifici dalle forme fluide e organiche, rappresenta un tentativo di creare uno spazio urbano che si integri armoniosamente con l’ambiente circostante.
Tuttavia, la visione di Portoghesi sull’architettura non si limitava alla creazione di edifici iconici. Egli considerava l’architettura come un aspetto corale del lavoro umano, che coinvolgeva operai, tecnici e artigiani, ai quali l’architetto aveva il compito di non annullarne la partecipazione creativa. Questa prospettiva si scontra con l’idea contemporanea dell’archistar, che tende ad isolare l’architetto dal processo produttivo corale, relegandolo in un mondo fittizio o virtuale. Portoghesi ha sempre criticato questa concezione e ha cercato di promuovere un approccio più inclusivo all’architettura.
La sua attività si è estesa anche al campo della ricerca storica, con un impegno costante nella valorizzazione della memoria collettiva nell’ambito dell’architettura moderna. Portoghesi ha diretto il settore architettura della Biennale di Venezia, di cui è stato presidente dal 1983 al 1993. Durante la sua direzione, ha promosso una serie di mostre e eventi che hanno contribuito a esplorare e diffondere le diverse correnti e tendenze dell’architettura contemporanea.
Paolo Portoghesi non è stato solo un architetto e storico dell’architettura di fama internazionale, ma anche un pensatore critico che ha influenzato il dibattito architettonico. La sua visione dell’architettura come conoscenza e la sua enfasi sulla partecipazione creativa di tutti gli attori coinvolti nel processo di costruzione hanno spinto molti a riflettere sul ruolo sociale dell’architetto e sulla necessità di un’approccio olistico nella progettazione degli spazi.
La sua scomparsa lascia un vuoto nel mondo dell’architettura, ma il suo lascito rimarrà vivo attraverso le sue opere e gli insegnamenti che ha trasmesso. Paolo Portoghesi ha dimostrato che l’architettura non è solo una disciplina tecnica, ma un’arte che connette il passato con il presente e che ha il potere di plasmare l’ambiente in cui viviamo.
La Poesia della Curva, il suo ultimo volume pubblicato nel 2021, rivela la sua profonda connessione con le forme organiche e viventi. Le curve sono diventate uno dei tratti distintivi delle sue creazioni, rappresentando una ricerca continua di armonia e bellezza.
La sua eredità si estende ben oltre i confini italiani. Paolo Portoghesi ha lasciato un’impronta significativa nel panorama dell’architettura internazionale, influenzando generazioni di architetti e stimolando il dibattito su temi cruciali come la relazione tra tradizione e modernità, la partecipazione creativa e la responsabilità sociale dell’architetto.
La sua vita e il suo lavoro sono un esempio di passione e dedizione all’architettura, e rimarranno un faro per coloro che cercano di unire l’arte, la storia e la scienza nella creazione di spazi che riflettano l’essenza umana e arricchiscano la nostra vita quotidiana.
Paolo Portoghesi sarà ricordato come un grande maestro dell’architettura, un pensatore visionario e un difensore dell’importanza di integrare l’eredità del passato con la creatività e l’innovazione del presente. La sua eredità continuerà a ispirare e guidare le menti creative del futuro, spingendoci a riflettere sul significato e sull’importanza dell’architettura nella nostra società.