“La CO2 è introvabile e anche tutti i nostri competitors sono nella stessa situazione. Siamo disperati”. Così Alberto Bertone, presidente e Ceo di Acqua Sant’Anna, ha denunciato gli effetti dei rincari sulle materie prime e della siccità sulle fonti che permettono di produrre acqua frizzante. Una bevanda entrata di diritto nell’immaginario collettivo degli italiani e che però ora potrebbe addirittura essere a rischio estinzione, sparendo definitivamente dagli scaffali dei supermercati.
Come spiegato da Open, si tratta di un problema che non riguarda solo l’Italia, ma tutta l’Europa. Anche il gruppo francese Air Liquide, che produce CO2, ha infatti confermato di trovarsi in forte difficoltà. Alla base di questa emergenza, la difficoltà nel reperire l’anidride carbonica per gli alimenti e le bevande. Bertone, alla guida di Sant’Anna nonché primo produttore europeo di acqua frizzante, ha spiegato che a fine 2021 il problema era stato tamponato. Ora, invece, “una volta finiti gli stock nei magazzini di supermercati e discount, non ci saranno più bottiglie in vendita”.
A causare questa improvvisa mancanza, un insieme di fattori che spazia dall’aumento dei costi dell’energia, della plastica, dell’alluminio, del vetro fino alle difficoltà nei trasporti. L’ambito della distribuzione, che prende la CO2 dal terreno e la modifica per essere inserita nelle bombole, è quindi rallentato, ma ad essere maggiormente a rischio è quello della trasformazione, il processo in cui la materia prima viene lavorata per essere poi commercializzata.
L’allarme riguarda non solo l’acqua ma l’intero settore delle bibite frizzanti, analcoliche e non, e quello dei dolci. L’anidride carbonica è infatti utilizzata anche per conservare e regolare la temperatura degli alimenti. Giancarlo Pierini, presidente di Assobibe, associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche in Italia, ha spiegato: “Le aziende che rappresento sono in estrema difficoltà e tra pochi mesi saranno anche tassate dalla Sugar Tax (tassa sullo zucchero) su tutti i loro prodotti. Con inevitabili effetti sui prezzi, già in crescita in questo momento di esplosione dell’inflazione, e dunque sui volumi. Chiediamo al governo di agire almeno su questo, perché la tassa deve essere eliminata per dare un po’ di respiro alle aziende e provare davvero a ripartire”.
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