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Addio campione, ucciso da un pirata della strada, che si costituisce

Marco Mannage Morto incidente pirata

Le parole di una madre, intrise di dolore incommensurabile, riecheggiano nel silenzio della notte romana. “Mi ha detto, finisco la partita e torno. Avevo solo lui”: così ha raccontato Chandima, la madre di Marco Mannage, il campione di cricket strappato alla vita a soli 24 anni da un pirata della strada.

Era domenica sera. Marco si trovava in via di Casal del Marmo, zona a nord-ovest della Capitale. Il giovane era a bordo di un monopattino, un mezzo tanto amato quanto pericoloso. “Andava a tutta velocità. Era un furgone bianco”. Il terribile racconto dei suoi amici testimonia l’orrore di quegli attimi: Marco è stato travolto e lasciato in fin di vita sul manto stradale, mentre il pirata della strada scappava senza prestare soccorso. Il pirata, un italiano di 26 anni, si è poi costituito lunedì, ma la notizia è arrivata solo nel pomeriggio di martedì 23 maggio. “Ho avuto paura”, ha detto ai vigili. Ora è indagato per omicidio stradale e rischia anche l’omissione di soccorso.

Avrebbe dovuto spegnere 25 candeline il 30 maggio, invece Marco diventa la 58esima vittima della strada tra Roma e provincia dall’inizio dell’anno. Il tragico incidente è avvenuto poco prima delle undici di sera, vicino al civico 222. Il giovane stava cercando di raggiungere la stazione ferroviaria di Ottavia quando il destino si è intromesso nel modo più crudele possibile.

Marco ha lottato per la vita per circa mezzora, il suo cuore giovane e forte ha resistito fino a quando il destino ha segnato il suo tragico esito. Gli operatori del 118 non hanno potuto che constatare l’inevitabile: l’impatto era stato troppo violento, il corpo di Marco è volato per oltre venti metri.

Marco Mannage ucciso da un pirata, che si è appena costituito

Il 22 maggio, il giorno dopo la tragedia, si è costituito il pirata che ha ucciso Marco. Si è costituito spontaneamente ai vigili del gruppo Cassia .”Ho avuto paura. Per questo sono andato via”. È un italiano di 26 anni, ora è indagato per omicidio stradale, ma potrebbe essere anche accusato di omissione di soccorso.

Roma piange un figlio adottivo, originario dello Sri Lanka, legatissimo alla cultura del suo paese di origine. Marco aveva fondato una squadra di cricket, il Rome Young Boys, indossando la maglia con il numero 48. Domenica aveva trascorso la giornata con i suoi amici, tutti italo-srilankesi, proprio in via Casal del Marmo.

“Sarebbe arrivato subito” – racconta la madre Chandima, che lo aveva sentito poco prima dell’incidente. Marco voleva raggiungere la stazione ferroviaria di Ottavia per prendere l’ultimo treno utile per tornare a casa. Quando si è accorto che non ce l’avrebbe fatta, ha tentato di fare ritorno dai suoi amici. Ma in quel preciso istante il furgone l’ha travolto.

Un amico che osservava la scena dal balcone ha assistito impotente alla tragedia. Le telecamere di una pizzeria vicina potrebbero aver ripreso il pirata della strada in fuga. I filmati sono stati acquisiti ieri dai vigili del gruppo Cassia, ora sulle tracce del responsabile dell’omicidio stradale.

Nel frattempo, la comunità sportiva è in lutto. Le sue pagine social sono invase da messaggi di cordoglio: “Che tu possa raggiungere il Nirvana. Riposa in pace”. E tra queste voci di dolore, risuona forte quella di Chandima, madre disperata di un figlio strappato troppo presto alla vita: “Era il mio unico figlio e ora sono rimasta sola”.

Chi era Marco Mannage, travolto e ucciso in monopattino a 25 anni


Disoccupato da due mesi, Marco era alla ricerca di un lavoro. Prima della pandemia aveva lavorato in diversi locali della città: Bakery House, Gommolandia e, più recentemente, Poke House. Il cricket, però, rimaneva la sua grande passione, quella che lo aveva portato a fondare e a guidare come capitano la squadra dei Rome Young Boys, partecipando a numerosi tornei amatoriali.

Oggi, il cricket e la città di Roma piangono la perdita di un giovane talento, di un sorriso che sapeva illuminare le giornate di chi lo conosceva. E se il dolore della madre, delle amicizie e della comunità che lo circondava è tangibile, lo è altrettanto la rabbia per una tragedia che avrebbe potuto essere evitata.

Nella speranza che la giustizia faccia il suo corso, resta il ricordo di un ragazzo che amava la vita, il cricket e la sua comunità, e che ha lasciato un vuoto incolmabile in chi lo amava. E la promessa, da parte di chi lo ha conosciuto, di non dimenticare mai il suo sorriso e il suo spirito indomabile.

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