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Addio James Chance, l’icona della musica No Wave aveva 71 anni

È morto all’età di 71 anni James Chance, leggendario esponente della no wave. La notizia è stata annunciata dal fratello David Siegfried, mentre la causa del decesso al Terence Cardinal Cooke Health Care Center di New York resta sconosciuta. Chance, noto per il suo carattere ribelle e il suo contributo alla scena musicale degli anni ’70, lottava da anni contro problemi di salute. Nel 2020, una raccolta fondi era stata organizzata per lui e per la compagna Judy Taylor, scomparsa nello stesso anno. James Chance, nato James Siegfried a Milwaukee, ha segnato profondamente la scena musicale con il suo stile unico, una fusione estrema di punk, free jazz e funk. La no wave rappresentava la controcultura musicale della New York di fine anni ’70, ben più radicale della new wave. La compilation del 1978 No New York, prodotta da Brian Eno, è il manifesto di quel movimento, includendo pezzi dei Contortions, dei D.N.A. di Arto Lindsay, dei Teenage Jesus and the Jerks di Lydia Lunch e dei Mars. Lindsay ricorda quegli anni come un periodo di sperimentazione estrema, guidati dall’impulso giovanile a spingersi oltre ogni limite.
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Chi era James Chance

Cresciuto in una famiglia middle class, James si avvicinò al rock, alle garage band e ai gruppi bianchi influenzati dalla musica nera, per poi scoprire il jazz. Nel 1975 si trasferì a New York, dove condivise un appartamento con Lydia Lunch e formò i Teenage Jesus and the Jerks. Inizialmente attratto dalla scena jazz, presto la trovò troppo rigida e decise di creare qualcosa di completamente diverso. Così nacquero i Contortions, il cui nome derivava da una critica che descriveva James più come un contorsionista che come un musicista. La sua presenza scenica, un mix di eleganza e aggressività, lo rese inconfondibile. Il loro album del 1979, Buy, è un caposaldo del movimento, con una copertina iconica che ritrae la modella Terence Sellers, fotografata dalla fashion designer Anya Phillips, allora fidanzata e manager di Chance.

James Chance era famoso per il suo approccio non convenzionale: “Chi non sa suonare ha sempre le idee migliori,” diceva, pur avendo una solida formazione musicale. Il suo stile era una combinazione dell’impatto degli Stooges, la presenza scenica di James Brown e la libertà creativa di jazzisti come Ornette Coleman e Sun Ra. Questa miscela esplosiva non gli garantì una vasta popolarità, ma gli assicurò l’ammirazione dei colleghi. I loro brani affrontavano temi come le dipendenze, il sesso e la razza, e il loro stile teatrale e violento li avvicinava più all’arte performativa che ai tradizionali concerti rock.

Tra gli episodi più noti della carriera di Chance, ci fu un concerto nel 1978 all’Artists Space di Tribeca, che culminò in una rissa con il critico Robert Christgau. Brian Eno, presente tra il pubblico, rimase così colpito da decidere di includere i Contortions nella compilation No New York. Nonostante Chance minimizzasse il ruolo di Eno, quell’album divenne un simbolo della scena no wave.

Il secondo album significativo, Off White, uscito come James White and the Blacks, fu un esperimento di disco music che suscitò non poche controversie. Chance giocava con le identità razziali, facendo emergere la complessità della sua musica bianca che si appropria di sonorità nere, e viceversa. Con il passare degli anni, Chance ha continuato a fare musica, collaborando con vari artisti e rilanciando i Contortions negli anni 2000, influenzando generi come il punk-funk e il disco-punk. La sua ultima esibizione dal vivo potrebbe essere stata nel marzo 2019 a Utrecht, in Olanda.

Simon Reynolds descrive Chance come un artista che ribaltava l’orgoglio di James Brown in autoumiliazione e cinismo, privando la vita di ogni sentimentalismo. I suoi fan, secondo lui, erano solo un altro elemento da sfidare. Roy Trakin del New York Rocker suggerisce che dietro questa maschera di cinismo si nascondeva un profondo dolore. Adele Bertei, tastierista dei Contortions, lo paragona a un quadro di Jackson Pollock, con una personalità esplosiva e una vena masochista che lo portava spesso a finire i concerti coperto di sangue, dopo essersi tuffato tra la folla e aver provocato risse.

James Chance lascia un’eredità musicale potente, fatta di ribellione, sperimentazione e un’impronta indelebile sulla scena underground newyorchese. Oggi, mentre il mondo della musica piange la sua scomparsa, ricordiamo l’artista che ha spinto i confini del suono e della performance a livelli mai visti prima.

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