Massimo Giletti prova a giustificare il suo recente viaggio a Mosca, da dove ha condotto una puntata di Non è l’Arena, ma finisce per scatenare altre polemiche. Il conduttore del talk show di La7 apre la nuova puntata con un lungo monologo dove, tra le altre cose, cita il collega giornalista Enzo Biagi, criticato nel 1989 da Repubblica per l’intervista al capo mafia Luciano Liggio. Giletti premette di non volersi paragonare a Biagi. Ma il senso è quello.
Massimo Giletti apre la puntata citando Biagi. “Sono ben conscio dei miei limiti e non mi paragono a Biagi. – premette il conduttore – Ma il punto interessante è che Biagi venne attaccato perché aveva fatto una cosa molto difficile, venne criticato perché chi si espone è sempre oggetto di attacchi. Avevo messo in preventivo che andando in Russia mi sarei potuto esporre a critiche. Ho un unico editore che si chiama Cairo, ma ho un editore ancora più importante che siete voi: ecco perché ho detto ‘risponderò in tv’. Non ho mai fatto programmi da salotto, sarebbe troppo facile, sono sempre andato a cercare qualcosa di diverso”.
“Ho deciso di andare a Mosca perché volevo conoscere il punto di vista del nemico. – spiega ancora Giletti – Questo è utile per il pubblico? Penso di sì, visto che in base a un recente sondaggio Ipsos il 41% degli italiani pensa che l’informazione sia sbilanciata pro Ucraina”.
“Andare dall’altra parte ha questo senso. – il giornalista difende il suo lavoro – Non vuol dire giustificare, capire però. Nessuno di noi ha mai giustificato lo scempio orribile di questa guerra voluta dalla Russia contro l’Ucraina. La7 quella sera è stata terza rete nazionale, un record: vuol dire che il pubblico voleva capire cosa c’era. Sono andato lì, ho parlato con le persone, con l’intellighenzia, con dissidenti ucraini che vivono li, mi sono fatto un’idea con i miei occhi”, conclude.
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