L’AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) ha appena varato una diffida nei confronti di TIM, il noto operatore di telefonia. Il motivo? Alcune settimane fa TIM ha annunciato dei rincari per i clienti di rete fissa, sovrapprezzi che l’autorità garante ha ritenuto illegittimi e sufficienti per giustificare la messa in atto di una misura di questo genere.
Era la fine di febbraio scorso quando TIM faceva sapere ai clienti di rete fissa che dal primo aprile, relativamente all’offerta VOCE/ISDN, sarebbero stati introdotti dei rincari nel costo delle chiamate: in parole povere si sarebbe passati dai precedenti 0,10€ ai prossimi 0,20€ al minuto e sarebbe stato introdotto uno scatto alla risposta di 0,20€.
Tuttavia questo aumento, fa sapere l’AGCOM, ‹‹non appare giustificato da condizioni economiche plausibili, quali l’andamento dei prezzi al consumo o l’aumento del potere di acquisto da parte dei consumatori italiani››. Sulla base di queste considerazioni è perciò partita una procedura di diffida nei confronti di TIM ed è stato avviato un procedimento teso a determinare il metodo più adatto per garantire ‹‹la fornitura di un servizio universale ad un prezzo accessibile››.
Ora TIM ha la possibilità di rivedere le proprie condizioni contrattuali e decidere di rimodulare i costi così come richiesto dall’autorità garante. Ma l’operatore telefonico ha già fatto sapere di non avere alcuna intenzione di fare marcia indietro.
Leonardo Scuri