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Agenti dell’intelligence italiana avvelenati con il cianuro in Tunisia, sospetti di complotto

Una storia di spionaggio a tutti gli effetti, intrecciata con vicende del passato, criminalità organizzata e operazioni dei servizi segreti. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa italiana Nova, un caso enigmatico ha coinvolto due agenti dell’intelligence italiana in Tunisia. La situazione ha preso una piega tragica quando uno di loro è deceduto, probabilmente a causa di un avvelenamento da cianuro, mentre l’altro è stato ricoverato in condizioni critiche.

Le autorità hanno aperto un’indagine, sollevando l’ipotesi che l’avvelenamento – presumibilmente da cianuro – sia legato ad attività segrete, trasformando quella che sembrava una semplice cena in un caso da romanzo di spionaggio. L’incidente è avvenuto a Hammamet, nel nord-est della Tunisia, durante un incontro tra otto amici. La vittima, identificata con le iniziali G.M., era un agente dell’Agenzia informazioni e sicurezza esterna (Aise). G.M. sarebbe deceduto dopo aver consumato una bevanda alcolica fatta in casa, ottenuta dalla fermentazione di noccioli di pesco in alcol etilico. Sebbene questa bevanda sia risultata fatale, non si esclude che dietro la tragedia ci siano ulteriori elementi. Oltre alla vittima, altri tre italiani sono stati ricoverati presso il centro antiveleni di Tunisi. Uno di loro, inizialmente in coma farmacologico, ha mostrato successivi segni di miglioramento. Fonti dell’agenzia Nova confermano che questo secondo individuo sia un agente dell’Agenzia informazioni e sicurezza interna (Aisi), rafforzando l’idea di un coinvolgimento dell’intelligence italiana.

Gli agenti coinvolti facevano parte di un team che aveva condotto indagini culminate nell’arresto di Angelo Salvatore Stracuzzi, noto come il “re del calcestruzzo”. Stracuzzi, già in passato coinvolto in inchieste antimafia, era stato arrestato in Tunisia nell’agosto del 2023. Il suo legame con la Cosa Nostra agrigentina lo rende una figura centrale nelle indagini. Attualmente, Stracuzzi – sospettato ma mai condannato – si trova in custodia cautelare in Italia, con accuse che vanno dal trasferimento illecito di beni all’estorsione aggravata dal metodo mafioso.

Le autorità tunisine hanno confermato che la causa della morte di G.M. è da attribuire a un “avvelenamento da cianuro”. Inizialmente si era parlato di un alcolico casalingo adulterato, ma le circostanze poco chiare e la distruzione delle prove, come lo svuotamento della bottiglia incriminata, hanno portato le indagini a considerare l’ipotesi di un avvelenamento deliberato. Sebbene l’amigdalina nei noccioli di pesco possa produrre acido cianidrico, resta il sospetto che dietro la vicenda possa celarsi un complotto di portata maggiore. La polizia tunisina, impegnata nelle indagini, ha trovato la situazione ulteriormente complicata da voci su un presunto festino a base di alcol, droga e prostitute quella notte.

Il tutto si inserisce in un contesto già problematico, legato a indagini su infiltrazioni mafiose nella comunità italiana di Hammamet, e potrebbe avere connessioni con operazioni di intelligence o traffici mafiosi sospetti.