Un uomo di Berlino è stato dichiarato guarito dall’infezione da Hiv dopo un trapianto di cellule staminali effettuato nel 2015 per curare una leucemia mieloide acuta (LMA). Questo caso rappresenta il secondo in Germania e il settimo al mondo di un individuo dichiarato libero dal virus dell’Hiv grazie a una procedura simile. Il successo del caso è stato annunciato oggi dall’ospedale che ha curato l’uomo, che aveva contratto l’Hiv nel 2009 e la leucemia nel 2015. È risultato libero dal virus per cinque anni, anche se il caso è stato descritto solo ora. Come per gli altri casi di persone considerate «guarite» dall’Aids, il donatore era stato selezionato per una mutazione genetica che conferisce resistenza all’HIV.
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Le prime due persone considerate guarite dall’Hiv sono state Timothy Ray Brown, il (primo) “paziente di Berlino” (nato nel 1966, di nazionalità americana), il cui caso fu pubblicato nel 2009 e il “paziente di Londra” Adam Castillejo, uno chef britannico di origine venezuelana dichiarato guarito nel 2019. La “paziente di New York” fu la terza: ricevette un trattamento diverso dagli altri: invece delle cellule staminali del midollo osseo provenienti da donatori, le trapiantarono cellule staminali prelevate dal cordone ombelicale di un neonato sempre dotato di immunità all’HIV. Paul Edmonds, di Desert Springs, California, fu la quarta persona al mondo, il “paziente di City of Hop” l’uomo più anziano all’epoca (66 anni) e con l’Hiv da più tempo (31 anni). Il “paziente di Dusseldorf” fu il quinto, un tedesco di 53 anni libero dal virus e secondo tedesco a guarire. Il sesto caso è noto come il “paziente di Ginevra“.
La sua remissione è ancora considerata breve, 20 mesi, ma è unico nel suo genere perché ha ricevuto cellule staminali da un donatore che non aveva la mutazione genetica che impedisce all’Hiv di entrare nelle cellule. In tutti i precedenti casi di guarigione dall’Hiv, la procedura ha previsto la selezione di un donatore di cellule staminali con una mutazione genetica che conferisce immunità al virus. Nonostante il successo di questa formula, i casi di guarigione sono pochi perché tali interventi sono estremamente costosi e ad alto rischio, oltre che potenzialmente letali. Questi trapianti vengono utilizzati come ultima risorsa nei casi più gravi di pazienti affetti da patologie come la leucemia, in cui le terapie standard non sono più efficaci. Non possono rappresentare una soluzione per le circa 40 milioni di persone nel mondo che convivono ancora con il virus dell’Aids. Inoltre, va sottolineato che ci sono stati altri pazienti che, pur avendo ricevuto un trapianto di midollo, non sono riusciti a liberarsi dall’infezione.
Attualmente, la cura più efficace per l’Hiv rimane la terapia antiretrovirale (ART), che deve essere assunta per tutta la vita. La ART permette di controllare la replicazione del virus e mantenere il sistema immunitario funzionante, impedendo lo sviluppo dell’Aids e migliorando significativamente la qualità della vita delle persone affette. Tuttavia, non elimina il virus dall’organismo, rendendo indispensabile l’assunzione continua dei farmaci. Con l’attenzione ai comportamenti, innanzitutto e con gli strumenti di prevenzione come la PrEP (profilassi pre-esposizione contro l’Hiv, prescritta da infettivologi a persone ad alto rischio a carico del Servizio sanitario).