Sarà una partita vera, difficilissima, quella che attende il premier Conte in Europa. Con i leader dei Paesi dell’Unione a sedersi allo stesso tavolo per due giorni, dopo tante conferenze a distanza, nel tentativo di trovare un accordo su tanti passaggi chiave per il futuro: la possibilità di aggirare il vincolo dell’unanimità sulle norme europee in materia fiscale, gli sconti sui contributi al budget comunitario, i criteri di ripartizione dei fondi strutturali e i requisiti per riceverli. Tutti punti da affrontare e sui quali cercare un compromesso, tutt’altro che scontato.
Sarebbe bello, per una volta, mettere da parte le rispettive casacche e fare tutti il tifo per chi dovrà rappresentarci in sede di Consiglio Ue, nella speranza che riesca a strappare le condizioni migliori per un Paese messo in ginocchio dal coronavirus. Lo ha chiarito, con un messaggio piuttosto eloquente, Enrico Mentana: “Oggi e domani facciamo il tifo tutti per la stessa squadra. Se andasse male il vertice europeo sugli aiuti non sarebbe una sconfitta di Conte, ma una tragedia per l’Italia”.
Della stessa opinione anche Mara Carfagna, che attraverso Facebook ha spiegato: “
Ora e sempre Forza Italia. In questi due giorni di trattativa europea io non guardo a maggioranza e opposizione. Io spero che l’Italia vinca la propria partita. Perché ne va del nostro futuro”.
Le posizioni, al momento, non sono affatto vicine. Dei 500 milioni di trasferimenti a fondo perduto proposti dalla Commissione Europea, 190 sono a forte rischio. La Germania sta ormai tentando di imporre il suo ruolo di mediatore tra il blocco Mediterraneo (Italia, Francia, Spagna e Portogallo) e i frugali guidati dall’Olanda. Si dovrà lavorare, e parecchio, sulla cornice finanziaria dei prossimi sette anni, sull’ammontare delle risorse, sull’equilibrio prestiti-trasferimenti,e sulle modalità di controllo a livello nazionale per l’utilizzo dei fondi.Più facile a dirsi che a farsi, certo. Ma i margini di trattativa ci sono. E sarebbe bello, per una volta, vedere una nazione unita nella speranza di strappare le migliori condizioni possibili in un momento così complicato. Abbandonando certi atteggiamenti da tifoso che forse non starebbero ormai bene nemmeno più negli stadi. E sentendoci tutti sulla stessa barca, nonostante i tentativi di certi sovranisti di spingerci a pensare il contrario.
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