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Al via i dazi europei sulle auto elettriche importate, ma la Germania contesta l’operazione e favorisce ancora la Cina

Oggi, 5 luglio, scattano i dazi dell’Unione Europea sulle auto elettriche cinesi. La decisione della Commissione Ue è destinata a creare scompiglio, con la Germania che esprime forte dissenso, mentre la Cina mantiene una posizione di forza. I dazi colpiscono tre dei principali produttori cinesi: Byd, Geely e Saic, con aumenti dei prezzi rispettivamente del 17,4%, 19,9% e 37,6%. Anche altri produttori subiranno rincari del 20,8% se hanno collaborato con l’indagine Ue, e del 37,6% in caso contrario. La decisione finale su questi dazi provvisori sarà presa entro fine ottobre dagli Stati membri.
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“Vogliamo il dialogo con la Cina”

Se confermati, i dazi diventeranno definitivi per cinque anni. La Cina ha già minacciato ritorsioni, suscitando preoccupazione tra i produttori tedeschi, che dipendono fortemente dal mercato cinese. Finora, Pechino ha reagito con un aumento dei dazi sulla carne di maiale e prodotti derivati, un segnale di disponibilità al dialogo piuttosto che di confronto diretto.
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Il portavoce della Commissione Europea ha dichiarato: “I dazi non sono un obiettivo in sé, ma un mezzo per correggere una situazione ingiusta. Vogliamo il dialogo con la Cina, e questo dialogo sta avendo luogo”. Ha inoltre aggiunto che gli Stati membri voteranno sulla questione, ma che “il commercio è una competenza dell’Ue”. Da Pechino, il portavoce del ministero del Commercio He Yadong ha espresso la speranza che l’Ue “mostri sincerità nel portare avanti la consultazione sull’indagine anti-sovvenzioni”.

Il rischio della misura speculare della Cina

La Cina rimane in una posizione di forza. La produzione di auto elettriche in Europa dipende dalla componentistica cinese, in particolare dalle batterie. Inoltre, i produttori cinesi stanno già iniziando a produrre direttamente all’interno dell’Ue, eludendo così i dazi. Nell’immediato, molte vetture prodotte in Cina sono già state trasferite e stipate nei porti europei. I bassi prezzi, favoriti dai sussidi statali, permettono ai produttori cinesi di mantenere un vantaggio competitivo nonostante le tariffe.

Il vero timore per l’Europa è un possibile incremento dei dazi cinesi sull’importazione di auto di grossa cilindrata. La Cina è il più grande mercato mondiale per queste vetture, e i produttori tedeschi come Bmw, Audi e Mercedes sono particolarmente vulnerabili. Diversa è la situazione per i produttori francesi e italiani, meno presenti in Cina e con maggiori difficoltà nel settore elettrico.

Urso: “Auspico soluzione negoziale”

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha auspicato una soluzione negoziale, affermando che i dazi sono solo uno strumento e che “la soluzione è cosa diversa”. Secondo Urso, una soluzione andrebbe trovata “all’interno del Wto perché noi siamo per un mercato libero ma equo”.