Alessia Piperno è la ragazza romana tenuta in carcere per 45 giorni in Iran per aver partecipato alle proteste contro il regime degli ayatollah. La travel blogger, questo il suo mestiere ufficiale, è tornata nella sua casa del quartiere di Colli Albani il 10 novembre scorso. E ira decide di raccontare per la prima volta su Instagram quella tragica esperienza. Le sue parole mettono i brividi.
“Nei primi giorni di settembre andai a visitare per la prima volta nella mia vita una prigione a Teheran.
Si trattava del carcere di Ebrat, ormai diventato museo, ma che una volta era utilizzato dalla polizia segreta Savak, per torturare i detenuti. Rimasi tra quelle mura per diverse ore, cercando di immaginare la paura che si viveva all’interno di quelle celle. – racconta Alesia Piperno su Instagram – ‘Le urla dei prigionieri si sentivano per tutta la prigione’. Così mi raccontò la mia guida. In qualche modo sembrava come se quelle grida fossero ancora scolpite nei muri e che viaggiassero tra quei corridoi”.
“Esistono ancora prigioni così in Iran?, domandai alla mia guida. Lui sospirò: ‘Purtroppo si, la prigione di Evin, che si trova proprio nella parte nord di Teheran’. Sentii i brividi corrermi su tutto il corpo, senza lontanamente immaginare che 21 giorni dopo, sarei stata anche io, una detenuta, proprio in quella prigione. – ricorda Alessia Piperno – Non avevamo fatto nulla per meritarci di essere rinchiusi tra quelle mura, e non posso negare che siano stati i giorni più duri della mia vita. Ho visto, subito e sentito cose che non dimenticherò mai, e che un giorno mi daranno la forza per lottare accanto al popolo Iraniano. Al tempo non avevo partecipato alle proteste, perché ci era stato sconsigliato, e il rumore degli spari mi metteva paura. Adesso è diverso”.
“Sono a casa, tra la mia famiglia e i miei amici, libera si, ma fisicamente. – prosegue il post – È la mia mente a non esserlo, perché in quell’angolo di inferno sono ancora rinchiuse le mie compagne di cella, migliaia di iraniani, e il mio amico Louis. Io sono tornata a una vita normale, esco, a volte rido, faccio progetti per il mio futuro, e dormo in un letto. Oggi è lunedì, oggi in prigione si fa la doccia. Domani è martedì, ci sono i cinque minuti d’aria. La mia mente ora vive un po’ così, tra sorrisi, in un letto soffice, un piatto di pasta e tra delle mura bianche dove le urla non cessano mai e dove l’aria si respira per cinque minuti, due volte a settimana”, conclude Alessia Piperno.
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