Atlantia è pronta a sfilarsi dal salvataggio Alitalia in mancanza di un piano serio per il rilancio. E soprattutto, per la prima volta, la holding dei Benetton mette nero su bianco il nesso tra il rinnovo o l’eventuale cancellazione della concessione per Autostrade da parte del governo e la sua partecipazione al capitale della compagnia con il 35%. Un messaggio chiaro, arrivato al ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli.
“Il permanere di una situazione di incertezza in merito ad Autostrade per l’Italia o ancor più l’avvio di un provvedimento di caducazione non ci consentirebbero, per senso di responsabilità riconducibile sia alle risorse finanziarie necessarie che alla tutela degli interessi dei nostri circa 40 mila azionisti italiani ed esteri, dei circa 31 mila dipendenti del gruppo e di tutti gli stakeholders, di impegnarsi in un’operazione onerosa di complessa gestione ed elevato rischio” dice una lettera firmata dal presidente di Atlantia Fabio Cerchiai e dal direttore generale Giancarlo Guenzi.
Una mossa forte che ha suscitato subito le reazioni del governo. “Non sottostiamo ai ricatti di nessuno”, è stata la risposta a caldo il viceministro dello Sviluppo economico Stefano Buffagni. Alitalia affronta nella lettera anche i dubbi sulla partecipazione della compagnia Usa Delta, che dovrebbe avere il 10-12% della nuova Alitalia, e sulla sua effettiva volontà di salvare la compagnia.
“Nonostante l’indubbio e significativo impatto che il mancato rilancio di Alitalia potrebbe avere su Aeroporti di Roma – scrive Atlantia – non sarà per noi possibile aderire al consorzio che formulerebbe l’eventuale offerta formale per la scadenza del 15 ottobre se molte cose non cambieranno. L’analisi del piano industriale Alitalia consente infatti, al massimo un rischioso salvataggio con esiti limitati nel tempo ed è ben lungi da costituire una piattaforma di rilancio della compagnia aerea”.
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