Il genio di Luigi Di Maio e la consapevolezza di essere ministro dello Sviluppo economico dell’Italia. Ore 17.10. La Borsa di Milano è aperta, le contrattazioni sui titoli sono ancora in corso. Nel listino c’è anche Atlantia. Lui è nello studio di Porta a Porta. Si parla della promessa di revocare la concessione ad Autostrade per il crollo del ponte Morandi a Genova. Il tema tira dentro Atlantia – che ha in pancia Autostrade – e il suo ruolo di soccorritore di Alitalia, Di Maio che fa? Pensa bene di sganciare la bomba, con una frase pazzesca.
“Se abbiamo detto a Genova che revocavamo le concessioni autostradali, il giorno in cui in maniera coerente lo faremo quell’azienda perderà valore in Borsa. Se li mettiamo dentro Alitalia, faranno perdere valore anche agli aerei”. E poi, la chicca, l’attacco frontale e sconsiderato, portato avanti con altre frasi, fino a una molto cruda: “Faranno precipitare gli aerei”.
Al quartier generale di Atlantia esplode la rabbia, che culmina con una nota dove si annuncia la decisione di essere pronti ad attivare iniziative legali. Le parole di Di Maio danno il via a uno scontro in chiaro senza sconti. La risposta di Atlantia è dura e perentoria, punta dritto al ministro dello Sviluppo economico, sviscerano il danno che le parole di un esponente di governo, pronunciate a mercati aperti, possono avere su una società quotata a Piazza Affari. Perché quelle parole hanno un peso specifico enorme, minano la credibilità e l’affidabilità della società.
Il vicepremier grillino arriva al punto di dire che Atlantia è “decotta”. A dare il polso del rischio che si annida dietro le dichiarazioni di Di Maio è Confindustria: “Si tratta di affermazioni molto critiche perché anticipano le conclusioni di un procedimento amministrativo nel pieno del suo svolgimento e per i gravi effetti che potrebbero avere su una società quotata in Borsa”.
“Ricordando che non si governa con l’ansia e il rancore e che la politica dovrebbe avere il senso del limite, sarebbe opportuno che il presidente del Consiglio chiarisca a nome di tutto il Governo la linea da tenere su questi delicati dossier”. La nota di Atlantia arriva immediata: “Le dichiarazioni odierne del vice presidente Di Maio perturbano l’andamento del titolo Atlantia in Borsa, anticipando la presunta conclusione di un procedimento amministrativo che il ministro Toninelli ha affermato solo ieri ‘essere ancora in corso’, e determinano gravi danni reputazionali per la società”.
Segue poi il passaggio in cui si parla dell’azione legale. Passa un’ora dalla nota e Di Maio rafforza il concetto. Diretta Facebook per dire che “i Benetton sono stati più veloci oggi a rispondere al sottoscritto (minacciando azioni legali) che a chiedere scusa ai familiari delle vittime” di Genova. Di Maio si rivela un dilettante allo sbaraglio. Anzi, un ministro dilettante allo sbaraglio, che porta allo sbaraglio il Paese intero.
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