Le Fs sono pronte al grande passo. Il cda del gruppo ha dato disco verde all’offerta vincolante per l’acquisizione di Alitalia. È il primo e fondamentale step dell’operazione di salvataggio dell’ex compagnia di bandiera che schiera, appunto, le Ferrovie in prima linea e che è propedeutico a una seconda tappa che dovrebbe invece vedere l’ingresso di altri partner pubblici e di un vettore internazionale. Ma su questa seconda fase, al momento, è nebbia fitta: i grandi gruppi pubblici, che secondo rumors potrebbero essere della partita, Leonardo ed Eni escludono un loro intervento.
E brusca è la frenata che si registra da Francoforte dove Lufthansa ha fatto sapere che non intende essere ‘co-investitore’ con lo Stato italiano. Insomma, il rebus si presenta ancora complicato. Ma in serata è arrivata l’ufficializzazione della scesa in campo delle Ferrovie. Per il gruppo guidato da Gianfranco Battisti, è stata una giornata di intenso lavoro. Il cda è rimasto aperto per deliberare sul dossier e presentare la proposta nei tempi fissati dalla procedura di vendita.
“Il Consiglio di Amministrazione di Ferrovie dello Stato Italiane, riunitosi oggi sotto la presidenza di Gianluigi Vittorio Castelli, ha deliberato di presentare l’offerta per l’acquisto dei rami d’azienda delle società Alitalia-Società Aerea Italiana e Alitalia Cityliner”, è l’annuncio affidato a una nota. Carte rigorosamente coperte sui contenuti dell’offerta che prevederebbe l’acquisizione del 100% della newco dove successivamente, sulla base delle condizioni poste dalle Ferrovie, entreranno altri azionisti diluendo così la quota in capo ad Fs.
L’esborso complessivo dovrebbe rimanere sotto i 100 milioni di euro. Per l’ingresso di nuovi soci si ipotizza che questo possa avvenire verso la fine dell’anno. Ma la partita è tutta da giocare. Sul fronte degli ipotetici soci pubblici, Leonardo, fanno sapere fonti vicino al gruppo, “non ha e non prevede di avere alcun ruolo” sul dossier Alitalia. Analoga la posizione dell’Eni: “non siamo stati coinvolti in alcuna operazione su Alitalia e l’ipotesi di un nostro ingresso nella compagnia è priva di fondamento”, puntualizza un portavoce del gruppo.
A tirarsi indietro è anche Lufthansa, sulla quale ormai da molti mesi sono puntati i riflettori sulle possibili mosse e che, nello scorso aprile, ha già presentato un’offerta, sempre chiarendo di essere interessata a una ‘nuova Alitalia ristrutturata’. “Non saremo co-investitori con il governo in un vettore aereo in ristrutturazione. Non siamo intenzionati a considerare un investimento con lo Stato italiano”, dice oggi il ceo Carsten Spohr aggiungendo che con Alitalia “possiamo immaginare una partnership di natura commerciale”.
Se il colosso tedesco frena, non è escluso invece che si faccia avanti Delta con un’offerta non vincolante per avere accesso alla due diligence. A confermare la posizione sul dossier è poi anche Cassa Depositi e Prestiti. “L’ho detto e lo ripeto, è diventato un ritornello e sul punto siamo rigidissimi: in Alitalia la Cassa depositi e prestiti non deve mettere un euro per nessuna ragione”, ribadisce il presidente di Acri Giuseppe Guzzetti.
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