Corsa contro il tempo per il salvataggio di Alitalia. Parte domani al ministero dello Sviluppo Economico la trattativa ad oltranza sul nuovo piano industriale con l’obiettivo di raggiungere un accordo entro il 13 aprile prossimo per poter far partire, come ha indicato il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, la manovra di ristrutturazione finanziaria da 1,9 miliardi di euro.
Dopo il round di incontri tecnici dell’ultima decade di marzo, il confronto, fissato per le 11 di domani, si prospetta tutto in salita. Azienda e sindacati non potrebbero essere più lontani. Forti del successo dello sciopero di 24 ore di ieri, al tavolo negoziale le organizzazioni di categoria si presenteranno ribadendo il proprio ‘no’ ai licenziamenti e ai tagli delle retribuzioni. Ma, soprattutto, non intendono trattare con la pistola puntata alla tempia per raggiungere un accordo a tutti i costi entro la scadenza del 13 aprile.
Le premesse della vigilia non fanno, dunque, altro che confermare, evidenziano fonti sindacali all’Adnkronos, come l’accordo, al momento, sia “molto lontano“. Si tratta di vedere quali pedine verranno mosse nella partita più delicata quale è quella dei 2037 esuberi denunciati dalla compagnia. La scorsa settimana si è aperta un’istruttoria al ministero del Lavoro per individuare gli strumenti da mettere in campo per la gestione delle eccedenze di personale. Si stanno valutando, ha confermato ieri il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, “strumenti di sostegno al reddito”.
L’obiettivo prioritario dei sindacati è quello di scongiurare i licenziamenti. Una possibile soluzione potrebbe passare attraverso il ricorso alla cassa integrazione guadagni non espulsiva, applicando per 12 mesi questo strumento ai lavoratori in esubero. Un arco di tempo, questo, che consentirebbe, intanto, di verificare l’andamento dei costi e fare le valutazioni del caso al termine del periodo. Altri strumenti in campo potrebbero essere quelli degli esodi volontari con il ricorso alla Naspi, prevedendo, e questa è un’altra opzione, l’integrazione del fondo di solidarietà per 24 mesi.
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Sul caso Alitalia, è intervenuto anche oggi il ministro Poletti. “Alitalia è una impresa importante del Paese, ma è privata. Comunque i ministeri sono al tavolo con i sindacati. Il piano industriale però non può essere pagato tutto dai lavoratori. La riduzione del costo lavoro non può essere – ha sottolineato – la principale voce del piano industriale, ma è solo una componente della discussione”.
Per il numero uno della Cgil, Susanna Camusso, “il nodo del confronto in Alitalia è che non c’è un piano rilancio, ma solo un abbassamento degli stipendi”. “Si vuole far pagare – ha evidenziato – ai lavoratori la mancata capacità di gestione di Alitalia”.
Fonte: adnkronos.com