Il mondo delle droghe è in continua evoluzione, sempre al passo con i tempi. In una società frenetica, dove tutto va veloce, emergono sostanze sintetiche che promettono euforia ed eccitazione, simili agli effetti dell’anfetamina o della cocaina. Tuttavia, rispetto a quest’ultima, i catinoni sintetici sono molto più economici, diventando così accessibili a un pubblico più ampio e pericolosamente noti come la “cocaina dei poveri”.
L’allarme è stato lanciato a Treviglio, in provincia di Bergamo, dove il Servizio Multidisciplinare Integrato (Smi) ha già trattato quattro giovani per gli effetti negativi di queste sostanze. Nonostante non siano nuove, la loro diffusione è aumentata rapidamente negli ultimi anni. Basti pensare all’MDMA (ecstasy), usata inizialmente come antidepressivo negli anni ’50, poi diventata popolare nei club e rave e ora diffusa in vari contesti sociali. Un percorso simile è stato seguito dalla ketamina.
I catinoni sintetici sono analoghi del catinone, un composto psicoattivo presente nel khat, una pianta coltivata in Africa orientale e nella Penisola Arabica. Questi derivati, come il mefedrone, il metilone, l’MDPV e la pericolosa Flakka, si presentano principalmente in polvere bianca o marrone, da sniffare o fumare, ma possono anche essere venduti in compresse.
Secondo Roberto Santarpino, responsabile dello Smi, queste sostanze hanno un impatto devastante sulla salute mentale. Gli effetti collaterali includono paranoia, attacchi di panico, convulsioni, mal di testa, nausea, tachicardia, palpitazioni, dolore al petto, bruxismo, ipertensione, sangue dal naso e vista offuscata.
Questa nuova ondata di droghe sintetiche richiede un’attenzione immediata da parte delle autorità sanitarie e della comunità per prevenire ulteriori danni e proteggere la salute pubblica.