Alla fine Altaforte, l’editore vicino a CasaPound finito al centro di mille polemiche negli ultimi giorni, ha lasciato il Salone del Libro di Torino. Il suo stand è stato completamente smantellato e, nel punto in cui avrebbe dovuto essere allestito, non è rimasta che la sagoma, mentre i vari materiali che sarebbero serviti per preparare l’esposizione sono stati accatastati all’esterno della struttura.
Lo smantellamento della postazione dove avrebbe dovuto presenziare la casa editrice, il cui responsabile si è autodefinito “fascista”, è arrivata in seguito a giorni di polemiche infuocate che hanno avuto il loro epilogo ieri sera, dopo la richiesta congiunta del Comune di Torino e della Regione Piemonte agli organizzatori del Salone Internazionale del Libro di Torino, di escludere l’editore denunciato per “apologia del fascismo”, dopo le dichiarazioni dell’editore Francesco Polacchi su fascismo e sull’antifascismo come male italiano.
“Quello del Salone è un atto di censura e tutte le forze politiche e i liberi pensatori dovrebbero stigmatizzarlo. La censura degli organizzatori colpisce Altaforte e anche il ministro Salvini perché è per il libro intervista che siamo stati esclusi”. Questo il commento dello stesso Polacchi, che ha deciso di presentarsi lo stesso al Lingotto nonostante il suo contratto sia stato stralciato.
“Mi impediscono di entrare ma il libro lo presenteremo comunque qui a Torino sabato. Senza dubbio faremo causa, ci stiamo confrontando con i legali per capire chi denunciare, valutiamo anche se coinvolgere Regione e Comune”. Tra gli artisti che avevano annunciato di non voler partecipare alla kermesse proprio a causa della presenza di Altaforte, in molti stanno facendo marcia indietro confermando la propria presenza.
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