Un sogno, ma anche una necessità. Amazon ha bisogno dei droni per sopravvivere ed è quindi bene che continui ad implementare gli sforzi per portare a termine tale progetto. Ciò che sembrava essere pura utopia, anzi pura fantascienza, potrà diventare, anzi dovrà diventare ben presto realtà. Il colosso guidato da Bezos arriverà a risparmiare parecchi soldi se riuscirà a trovare il modo per consegnare pacchi e pacchetti tramite droni.
Secondo chi ha fatto i conti in tasca ad Amazon pare proprio che l’attività di e-commerce dell’azienda nel Nord America abbia portato a casa, nello scorso trimestre un margine operativo di appena il 3,7%. Il dato riguardante, invece, l’e-commerce internazionale ha segnato una perdita operativa di 622 milioni di dollari. Nello stesso periodo, solo un anno fa, invece, la cifra si era arrestata sui 481 milioni di dollari.
Cosa significa tutto ciò? Ebbene sembrerà strano ma Amazon guadagna molto poco a causa di un rapido aumento dei costi delle spedizioni. Per massimizzare il guadagno è quindi chiaro come Amazon debba abbattere i costi di spedizione. Ecco spiegato quindi il motivo per il quale il colosso, nonostante il continuo successo ottenuto a livello mondiale, debba spingere di più sulla realizzazione delle consegne con i droni. Senza dimenticare gli attriti con l’amministrazione Trump, che indaga su un presunto accordo di favore tra il Servizio Postale Federale e il colosso dell’e-commerce.
Amazon e il costo delle spedizioni: droni si o droni no?
Bezos avrebbe già risolto gran parte dei suoi problemi ed avrebbe aumentato i guadagni se solo avesse già potuto iniziare a consegnare pacchetti e pacchettini con l’utilizzo dei droni. Perché? Così come dicevamo poco fa, leggendo i bilanci trimestrali di Amazon, emerge come i costi di spedizione abbiano rappresentato circa un quinto del costo riguardante le vendite. Si parla all’incirca di una spesa di 6 miliardi di dollari e di costi aumentati a ritmo allarmante da un trimestre all’altro. Possibile che un’azienda che vuole vendere i propri prodotti su internet e farli recapitare a casa ai propri clienti debba spendere così tanto per poter sostenere il proprio business?
Pare di sì. Oltre a ciò, fino ad ora, Amazon ha potuto solamente rimanere a guardare, inerme, l’aumento delle spese da sostenere. Pare, infatti, che l’azienda non abbia adottato alcuna contro-offensiva o proposto alternative al problema.
L’utilizzo di mongolfiere o droni, che poteva sembrare solamente una trovata pubblicitaria, per colpa dei 6 miliardi di dollari spesi per le spedizioni, però sta diventando sempre di più una forte necessità. Quale delle due soluzioni verrà messa in pratica per prima?
In merito al discorso riguardante la consegna di merce attraverso droni c’è da dire che anche altre aziende abbiano iniziato a costruire progetti interessanti. Grazie all’utilizzo delle moderne tecnologie, infatti, i droni potrebbero essere in grado di portare la spesa quotidiana a casa dei clienti, ma anche il cibo da asporto, volando nei cieli cittadini in qualsiasi condizione meteorologica e senza qualcuno che li guidi. Come? Amazon, ma anche altre aziende, stanno studiando l’utilizzo di GPS e mappe per far volare i droni in solitaria e permettere loro di raggiungere ciascuno il proprio obiettivo senza minare la sicurezza dei cieli ed andare a minacciare le tratte di volo degli aerei passeggeri.
Amazon e i droni: quanto tempo ci vorrà ancora?
Quanto tempo ci vorrà ancora prima che Amazon possa utilizzare i droni in tutto il mondo per consegnare pacchetti e pacchettini? Nel 2016 è stata effettuata la prima consegna in Inghilterra. Dopo, però, tutto si è bloccato.
C’è chi prevede che nel 2019 le cose potranno cambiare notevolmente e che a fine anno si arriverà definitivamente ad una svolta dal sapore rivoluzionario. Amazon, dal canto suo, sta lavorando con grande attenzione al progetto Amazon Prime Air. Secondi i ben informati i dirigenti hanno incontrato personale dell’aviazione per le approvazioni di sicurezza ed il controllo del traffico aereo. Per ora, però, nessuno sa se il progetto sia ancora su carta o se siano già partite le prime sperimentazioni.
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