Il Codacons vuole riaprire l’Instagram di Giulia, la ragazzina che ha criticato Chiara Ferragni. Già qualche giorno fa la madre di Giulia, Vittoria, gridava allo scandalo: “Non posso accettare che mia figlia sia stata cancellata per aver espresso un’opinione“. E il Corriere della Sera aveva intervistato Giulia nella sua casa in Svizzera, presentandola come una campionessa d’equitazione. E riportando le frasi del padre, Stefano: “Bisogna avere più fiducia nello spirito critico dei ragazzini che hanno la testa sulle spalle”. La stessa autrice dell’articolo asseriva che la ragazzina usava il suo social con “assennatezza”. Il fatto è che non c’è nessun complotto. L’uso di Instagram è interdetto ai minori di 13 anni. Il che significa che per usarlo la piccola Giulia, con l’evidente guida della madre, deve aver detto una bugia. Per cosa? Per stare su un posto che i suoi stessi proprietari definivano “devastante” per la salute mentale dei minorenni.
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La richiesta del Codacons: vuole riaprire l’Instagram di Giulia
In ordine di tempo l’ultima notizia è quella della richiesta del Codacons: vuole riaprire l’Instagram di Giulia. La bambina di 11 anni criticava Chiara Ferragni per un suo selfie succinto. “Qual è il messaggio per noi ragazzine? Che per farci notare dobbiamo metterci nude?”. E l’influencer rispondeva, con una certa freddezza e inopportunità: “Il messaggio che voglio trasmettere a tutte, sia ragazzine che non, è molto semplice: nessuno può giudicarci o farci sentire sbagliate. Ci hanno insegnato che le donne non possono osare e questo è uno dei tanti modi in cui io prendo la libertà che tutti dovremmo avere. Se infastidisco i puritani, allora missione compiuta”. Appresa l’età di Giulia, Instagram le ha chiuso il profilo. La madre grida allo scandalo, il padre ne elogia lo spirito critico, il Corriere ne fa un’agiografia. E, ultima puntata per ora, il Codacons.
Il Codacons premierà Giulia come “Amico del Consumatore”
“Stiamo preparando un’immediata istanza di accesso agli atti ai sensi della Legge n. 241/1990 nei confronti di Meta”. “Al fine di accertare quali e quanti controlli sono stati fatti in generale dalla società sull’età dei minori presenti sulla piattaforma prima di chiudere solo quello della giovane”. Lo dichiara Carlo Rienzi, presidente dell’associazione dei consumatori, all’Adnkronos. “Alla luce di quella che potrebbe altrimenti essere interpretata come una ‘censura’, è necessario valutare se questo caso sia stato utilizzato come unico esempio circa le verifiche sulla correttezza dei dati relativi all’età degli iscritti al noto social network”.
Rienzi poi appoggia ancora una volta l’atteggiamento della ragazzina. “Ha fatto una cosa giusta per la sua età, mostrando la vera sincerità di chi, a quell’età, non dice bugie, non si lascia trascinare dalla paura di non essere schietto né dal timore del potere degli influencer”. E annuncia che le sarà assegnato il Premio “Amico del Consumatore”. Grande animosità, che è difficile non leggere nell’ottica di una forte acrimonia nei confronti dei Ferragnez negli ultimi anni.
Gli studi sulla dannosità di Instagram per le ragazze
Il punto è che per stare su Instagram, Giulia, o chi per lei, ha dichiarato di avere almeno 13 anni. E questo per cosa? L’assennatezza decantata dal Corriere, lo spirito critico elogiato dal papà, si addicono a una ragazzina di appena 11 anni? E perché tale ragazzina dovrebbe “sprecare” i suoi talenti su Instagram. La giovane campionessa di equitazione forse non è stata avvertita dai genitori dei problemi che il social network procura ai suoi utenti più giovani.
“La tendenza a condividere solo i momenti migliori, la pressione per apparire perfetti, mixati a un prodotto che crea dipendenza, possono far precipitare gli adolescenti verso disturbi alimentari, depressione e un senso malsano del proprio corpo. La sezione ‘Esplora’, che fornisce agli utenti foto e video curati da un algoritmo, secondo la stessa ricerca indirizza verso contenuti che possono essere dannosi”. Disturbi alimentari, anoressia, problemi mentali e di percezione del sé. Questi gli effetti che Meta aveva già rilevato due anni fa, quando uno studio riservato ai dirigenti interni dell’azienda era arrivato alla stampa e pubblicati per la prima volta dal Wall Street Journal.
Instagram e la questione dei 13 anni
Instagram e l’età minima per accedere al social network sono argomenti che sollevano polemiche. Secondo i termini di utilizzo, l’età minima richiesta per registrarsi e utilizzare la piattaforma è di 13 anni. Questa politica è stata implementata con l’intento di proteggere i minori e garantire la loro sicurezza online. Questa restrizione ha suscitato dibattiti e critiche da diverse prospettive.
Anche la soglia minima di 13 anni è contestata. Molti sostengono che questa sia un’età ancora troppo giovane per affrontare le potenziali conseguenze negative dell’utilizzo dei social media. Alcuni esperti sottolineano che i bambini a quell’età potrebbero essere più suscettibili al bullismo online, allo sfruttamento sessuale e alla dipendenza da Internet. Alcuni ritengono che Instagram non faccia abbastanza per garantire che i minori rispettino realmente l’età minima richiesta.
Il dibattito è aperto, ma sottovalutare la questione per incensare una ragazzina di 11 anni, forse non è la mossa più appropriata.
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