C’era anche Bernard-Henri Lévy, filosofo, polemista, editorialista impegnato nel contrasto all’islam radicale, nella lista di intellettuali, politici e dissidenti che le autorità iraniane hanno cercato di assassinare negli ultimi anni.
A dare la notizia è proprio il giornale per cui Lévy pubblica, il Washington Post, in un’inchiesta sul tema dell’allarme che i servizi segreti occidentali hanno lanciato circa la velocizzazione delle uccisioni dei nemici di Teheran.
Nel caso di Lévy, “l’aggressione era stata ideata da un’unità della Quds Force-la sezione della Guardia rivoluzionaria incaricata di gestire le operazioni speciali-. L’intellettuale francese era stato preso di mira per la sua prominenza internazionale e le critiche al regime”.
Per eliminarlo, la Quds Force aveva ingaggiato un trafficante di droga, pagato 150mila dollari.
Il trafficante aveva così assunto alcuni killer, che però erano stati fermati prima di poter compiere l’omicidio.