E alla fine anche la Lega si ritrovò spaccata in due. Tutta colpa di quel Congresso delle Famiglie in programma a Verona e già ampiamente discusso, e che vedrà però sfilare i vertici del Carroccio con Salvini al comando. Tra i firmatari di un manifesto femminile contro la manifestazione (“Verso gli stati generali delle donne”) c’è infatti un nome a sorpresa, quello di Marilena Marin, fondatrice della Liga Veneta e della Lega Nord, il partito ereditato poi dal Capitano che lo ha rimesso a nuovo.
“Ricordo che la civiltà veneta è la civiltà del dialogo, della giustizia e dell’equilibrio. Purtroppo mi pare che questo convegno sia foriero di scontri e non di soluzioni ai gravi problemi della famiglia” ha spiegato la Marin. Un fronte che si allarga, quello dei dissidenti, e che vede frange della stessa Lega schierarsi apertamente contro la kermesse voluta dal ministro Lorenzo Fontana. Il tutto mentre qualche ospite ha già annunciato di voler fare un passo indietro, ritirando la propria partecipazione.
Giancarlo Blangiardo, presidente dell’Istat, avrebbe dovuto prendere parte a un tavola rotonda sulla crisi demografica. Ma l’annuncio della sua presenza aveva subito scatenato forti polemiche, con tanto di lavoratori e lavoratrici dell’istituto sul piede di guerra. Alla fine, il diretto interessato ha preferito declinare l’invito, annunciando il suo definitivo forfait.
Un clima sempre più rovente a poche ore dal via della manifestazione, dalla quale gli stessi Cinque Stelle, alleati di governo della Lega, hanno preso duramente le distanze, parlando di un “ritorno al Medioevo”. A difendere l’evento è invece Giorgia Meloni, che a Verona ci sarà e che nelle scorse ore ha ribadito di voler partecipare “per difendere i diritti delle donne”. Una frase che ha lasciato gli utenti un po’ perplessi e non è servita a fermare la protesta.
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