Un fiume di insulti piovuto di colpo in testa a due ragazze, Arianna e Alessandra, colpevoli di aver manifestato pacificamente, con dei cartelli, il loro dissenso nei confronti di Matteo Salvini, contro il quale hanno esposto il 27 giugno dei cartelli a Codogno. “Non si specula sui morti” e “Non ci rappresenti”. Frasi neanche offensive, sufficienti però a scatenare la rabbia dei fedelissimi del Capitano, subito passati alla controffensiva.
“Leggere i commenti sui social è stato psicologicamente devastante, ci hanno minacciate di prendere il lanciafiamme anche in piazza a Codogno” hanno raccontato le tue alle pagine di TPI. Le due erano state fotografate durante la manifestazione dall’Ansa, diventando così famose in rete. A darle in pasto al popolo del web la senatrice leghista Roberta Ferrero, dimostrando grande senso di responsabilità come tipico, di questi tempi, di tanti esponenti verdi.La madre delle due, Antonia Rizzi, insegnante di lettere e ora preside, ha scritto un lungo messaggio su Facebook in cui le difende: “Le mie figlie, essendo donne, sono state invitate a prostituirsi, a mettersi a disposizione dei migranti sui barconi per prestazioni varie. Molte persone che non conosciamo ci hanno minacciato di morte, ci hanno esortate al suicidio. Padri di famiglia, nonni che sui loro profili postano le foto dei nipotini, si sono offerti di ‘sbatterle come tappeti’. E moltissime donne le hanno insultate per il loro aspetto, per i loro vestiti”.Insomma, delle semplici frasi di dissenso contro Matteo Salvini sono state causa di una cascata di insulti rabbiosi contro le due, costrette a fare i conti con il popolo virtuale, arrabbiatissimo, della Lega. Che non ha risparmiato, al solito, insulti sessisti, cattiverie, frasi animalesche. Uno spettacolo sconcertante, come accade spesso quando di mezzo c’è la difesa a spada tratta del Capitano. Di fronte al quale è impossibile non provare uno spontaneo senso di disgusto.
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