È sempre lei, la matrigna Europa che fa di tutto per svuotare ancora di più le già provate tasche degli italiani. In nome del “green” stanno facendo di tutto. Dal vietarci di vendere o affittare casa, passando per l’addio a benzina e diesel che ci costerà un occhio della testa, fino all’imporci di cambiare le caldaie. Sì, è così: vanno sostituite. Una nuova normativa è infatti in arrivo a tal proposito. Tutti i nuovi impianti dovranno essere rinnovabili al 65% a partire già dal 2024. Un provvedimento che esclude, di fatto, tutte le caldaie alimentate da combustibili fossili puri, come gas o gasolio, in favore di nuovi sistemi come quelli solari termici o ibridi, le pompe di calore, stufe a pellet o caldaie alimentate almeno al 50% da idrogeno e biometano. Ma vediamo il tutto meglio nel dettaglio. (Continua a leggere dopo la foto)
Ad essere interessati dal provvedimento sulle caldaie sono oltre 40 milioni di impianti. A partire con questo progetto è la Germania, poi a seguire il diktat arriverà anche agli altri Stati dell’Ue, Italia compresa. La transizione costerà alla Germania ben 9 miliardi di euro l’anno nel breve termine. All’Italia anche di più. In Germania stanno ancora discutendo sulla distribuzione dei sussidi. Come faranno le fasce di reddito medio basse a sostenere queste spese? Prepariamoci, perché presto toccherà anche al nostro Paese. Intanto, con la direttiva delle “case green” l’Europa ha imposto, a partire da gennaio 2024, il divieto di agevolazioni di Stato per le caldaie alimentate a combustibili fossili (gas, metano, etc.). Quindi vanno sostituite e basta. (Continua a leggere dopo la foto)
La presenza in un’abitazione di una caldaia di questo tipo (ad esempio una caldaia a gas) abbassa la classe energetica e di conseguenza anche il valore dell’immobile. I cittadini dovranno dunque provvedere a sostituire le caldaie. Ma ci saranno aiuti da parte dello Stato? Attualmente le caldaie possono essere sostituite con l’agevolazione del Bonus al 50% per interventi di ristrutturazione semplice. L’importo viene riconosciuto per nuovi impianti di classe A come agevolazione fiscale pari al 50% delle spese sostenute (per un importo massimo di 30.000 euro). Si spera che il governo Meloni rinnovi il bonus, altrimenti saranno guai per tutti. (Continua a leggere dopo la foto)
Da quanto scatta il divieto assoluto di installazione e vendita
Dall’estate del 2025, secondo la direttiva Ue sulle “case green” sarà vietato installare caldaie a combustibili fossili (gas, metano, etc.) nei nuovi edifici e negli edifici in ristrutturazione. Sono esclusi dal divieto le caldaie che possono funzionare con combustibili rinnovabili (si parla di biometano o idrogeno) e gli impianti ibridi (come la pompa di calore o la caldaia a condensazione). Tra il 2025 e il 2026, invece, si attuerà il declassamento delle performance energetiche. Il divieto di vendita in assoluto della caldaie a gas potrebbe invece scattare dal 2029.