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Andrea Purgatori, la scoperta dei medici dopo la morte: “Metastasi in tutto il corpo”

Andrea Purgatori è morto ormai da diversi giorni, ma le polemiche e i sospetti sula morte del giornalista non accennano a placarsi. Il corpo di Purgatori è stato sottoposto ad autopsia il 26 luglio scorso. Ma solo ora cominciano a trapelare nuove informazioni sulle vere cause della sua morte. I medici hanno infatti scoperto che il suo corpo era ormai debilitato da “svariate metastasi”. Quindi, nonostante i possibili errori nella diagnosi della sua malattia, probabilmente non ce l’avrebbe fatta lo stesso a sopravvivere.
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Andrea Purgatori svariate metastasi

Scoperte svariate metastasi nel corpo di Andrea Purgatori

Insomma, a causa del tumore ai polmoni che lo aveva colpito, Andrea Purgatori aveva una breve aspettativa di vita. Toccherà al tribunale stabilire ora se ci siano state diagnosi errate che hanno contribuito ad accorciare ancor di più il suo tempo da trascorrere insieme ai suoi cari. Il fatto che siano state trovate “svariate metastasi” nel suo corpo porterebbero inoltre ad escludere conseguenze penali per i medici che lo hanno avuto in cura. Visto che verrebbe meno il nesso causale tra la condotta dei medici e il suo decesso.
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Secondo i tre consulenti della Procura di Roma che hanno eseguito l’autopsia, sarebbe stato il tumore al polmone la causa dell’arresto cardiorespiratorio che ha ucciso Andrea Purgatori. Ma le “svariate metastasi” trovate nel suo corpo alimentano altri interrogativi.

I medici legali, radiologi e anatomopatologi interpellati dalla Procura di Roma dovranno stabilire “l’epoca, la natura, la causa della morte e i mezzi che l’hanno determinata”. Per tutte queste analisi sul corpo di Andrea Purgatori occorreranno circa due o tre settimane. Poi, il prossimo 6 settembre, è previsto un nuovo incontro tra i consulenti. Intanto, come già detto, si è scoperto che gli effetti oncologici secondari del tumore ai polmoni potrebbero aver creato la cosiddetta cachessia neoplastica, provocando nel giornalista “svariate metastasi” che hanno poi contribuito ad ucciderlo.
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