Il famoso giornalista d’inchiesta, sceneggiatore e conduttore televisivo, Andrea Purgatori, è stato recentemente vittima di un arresto cardiocircolatorio, presumibilmente a causa di un tumore primitivo al polmone. Questa è la tesi che i consulenti della procura, dopo aver effettuato l’autopsia, ritengono la più probabile, sebbene i risultati definitivi non siano ancora disponibili.
L’autopsia sul corpo di Purgatori è stata eseguita ieri pomeriggio, con la presenza di tre colleghi: due rappresentanti della difesa e uno della parte civile. Complessivamente, il team era composto da sei esperti, tra medici legali, radiologi e anatomopatologi.
La complessità dell’indagine è data dal fatto che, nonostante l’ipotesi di una compromissione cardiopolmonare riconducibile al tumore primitivo, restano aperte diverse ipotesi sulle cause effettive della morte. Tra queste, la possibilità di metastasi alle meningi o di un’infiammazione infettiva, proposte rispettivamente da Gianfranco Gualdi, noto radiologo, e da Alessandro Bozzao, altro eminente specialista del campo radiologico italiano.
Entrambe le ipotesi sono valide, e il team di esperti avrà il compito delicato di determinare quale delle due è la causa diretta del decesso del giornalista. Il caso ha sollevato interrogativi sulla qualità della comunicazione tra i due specialisti e sulle possibili ripercussioni di tale comunicazione sulla qualità delle cure che Purgatori ha ricevuto.
La situazione è resa ancora più tragica dal dubbio che pervade la famiglia Purgatori: avrebbe Andrea avuto una possibilità di sopravvivenza se la diagnosi e il trattamento fossero stati appropriati?
Contrariamente alle aspettative di una risposta rapida e definitiva alle domande poste dai procuratori Sergio Colaiocco e Giorgio Orano, sarà necessario attendere dai 15 ai 21 giorni per i risultati degli esami istologici sui tessuti e gli organi prelevati durante l’autopsia.
Il medico legale Alberto De Lorenzis ha spiegato che potrebbe essere stato disposto anche un esame microbiologico per individuare eventuali agenti patogeni di natura infettiva. Ad oggi, infatti, non sono state trovate prove certe di infezioni nel corpo del giornalista.