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Quando andremo in pensione? Facciamo chiarezza

Uscite a maggio le norme ufficiali aggiornate sulle età del pensionamento: ecco tutti i requisiti adeguati, lavori usuranti e nuove aspettative di vita: cambiano i quadri.

Quando andrò in pensione? È una delle domande più diffuse tra diverse generazioni over 40 che cercano di tracciare una linea al proprio futuro, una volontà sempre più complessa e complicata dalla situazione critica in cui si trova l’economia del nostro paese.

Se è vero che l’aspettativa di vita continua leggermente ad aumentare grazie alle nuove tecnologie applicate al campo della medicina, è vero anche che l’orologio biologico non tarda a presentare il conto, non solo a livello fisico, ma anche mentale.

Vari studi hanno dimostrato che, non solo per questioni legate al nostro corpo, ma anche e soprattutto alla mente, la produttività del lavoratore anziano diminuisce vertiginosamente, in termini di concentrazione e propensione alla reazione.

Argomentazioni che non vengono prese in considerazione al momento delle decisioni sulle età del pensionamento, che si posticipa ad ogni sessione di dibattito parlamentare dedicata.

Nel 2013 è scattato il primo adeguamento alle speranze di vita, un aumento di 3 mesi dell’età della pensione, che continua ad innalzarsi nel corso degli anni, infatti sono stati aggiunti altri 4 mesi nel 2016, con l’esito finale aggiornato al 2017, che vede innalzare l’età di 7 mesi complessivi.

CLASSI CHE HANNO SUBITO UN ADEGUAMENTO

Questa manovra riguarda determinate classi di lavoratori che possiamo riassumere in questo elenco:

  • 66 anni e 7 mesi DIPENDENTI DEL PRIVATO
  • 66 anni e 7 mesi LAVORATORI AUTONOMI
  • 66 anni e 7 mesi LAVORATRICI PUBBLICO IMPIEGO
  • 66 anni e 1 mese LAVORATRICI AUTONOME
  • 65 anni e 7 mesi LAVORATRICI DIPENDENTI DEL PRIVATO

PENSIONI ANTICIPATE:

  • 42 anni e 10 mesi UOMINI
  • 41 anni e 10 mesi DONNE

Un fenomeno sempre più diffuso in questo particolare momento storico e che, secondo i dati sulla disoccupazione giovanile, tenderà sempre più a salire, è quello riguardante la pensione contributiva.

La PENSIONE CONTRIBUTIVA riguarda quei lavoratori che pur avendo raggiunto l’età del pensionamento, non hanno dalla loro il versamento minimo di 20 anni di contributi.

I requisiti sulla pensione del 2017 stabiliscono che questa tipologia di lavoratore dovrà raggiungere l’età di 70 anni e 7 mesi.

Altro discorso per la pensione anticipata contributiva che prevede un’età limite di 63 anni e 7 mesi, con un versamento di 20 anni di contributi ed un assegno pari a 2,8 volte il minimo.

CLASSI CHE NON SUBISCONO ADEGUAMENTI

Ma, come anticipato, l’innalzamento delle aspettative di vita non va ad inficiare su tutte le categorie di lavoratori, ce ne sono alcune che, con le nuove norme diventano del tutto esenti.

È il caso della pensione anticipata lavori usuranti, che non viene modificata.

I precoci (almeno un anno di contributi entro 19 anni cosa sempre più improbabile) sono stati liberati dagli adeguamenti fissati nelle precedenti sessioni di dibattito ed adesso il limite di età stabilito è di 41 anni di contributi versati: questa situazione verrà rivista nel 2019.

L’Opzione Donna sarà applicata anche per le lavoratrici nate nell’ultimo trimestre dell’anno, cosa non prevista dagli accordi precedenti, questo categoria comprende le donne con almeno 35 anni di contributi versati ed un’età di 57 anni e 7 mesi per le dipendenti, 58 anni e 7 mesi per le autonome.

Per quanto riguarda gli adeguamenti alle aspettative di vita per gli autonomi che usufruiscono di una gestione separata della pensione, o attingono alle casse previdenziali dei professionisti, ricordiamo che non sono previsti.

Il prossimo adeguamento avverrà nel 2019, ma non ci sono indicazioni precise sull’entità del cambiamento, che si baserà sui nuovi dati forniti dall’Istat, che secondo l’analisi della Ragioneria Generale dello Stato potrebbero restare immutati, quindi non generare alcun adeguamento.

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Fonte principale: quifinanza.it

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