Angela Lansbury, scomparsa pochi giorni fa a 96 anni, ha spesso raccontato la tragedia dei suoi due figli, Anthony e Deirdre, avuti entrambi dal suo secondo marito, il produttore Peter Shaw.
Erano gli anni successivi alla rivoluzione dei costumi, nel 1968, e sopravanzava la psichedelia, soprattutto tra i giovani. E l’epicentro di tutto questo movimento era proprio la Los Angeles in cui viveva la famiglia Shaw-Lansbury.
In questo contesto i giovanissimi e fragili figli di Angela, poco più che adolescenti, cadevano vittime dell’euforia per l’hashis, l’eroina e l’Lsd. Anthony dovette ricoverarsi diverse volte, mentre Deirdre “Didì”, oltre ad assumere copiose quantità di metanfetamine, era finita nella spirale della setta di Charles Manson.
A metà tra un hippy che prometteva droga e illuminazione, e uno scaltro manipolatore di ragazzine, che impiegava per furti e raggiri, dimostrandosi ancorato a quel sistema capitalista che voleva criticare, la follia di Manson sarebbe poi arrivata a ispirare, se non proprio ordinare efferati assassinii ai danni di diverse persone, compresa la moglie incinta del regista Roman Polanski, la splendida Sharon Tate.
Nonostante il “ricatto” di una carriera in ascesa che le prometteva tutto, la Lansbury scelse di andar via da quell’ambiente per salvare i figli e il matrimonio, decidendo con un atto di coraggio di trasferirsi in un paesino rurale dell’Irlanda.
Qui la vita della famiglia riprese pian piano ritmi umani e i suoi figli riuscirono poi a salvarsi dalla tragedia imminente. “Apprezzo il mio matrimonio, la mia casa più di qualsiasi altra cosa. La mia famiglia, ovviamente, rende la mia felicità e quindi la coltivo e ci lavoro proprio come lavoro nella mia carriera”, avrebbe poi dichiarato Lansbury, che dalla periferia di Cork ha fatto comunque esplodere la sua carriera, mentre i figli lavoravano onestamente presso un hotel della cittadella turistica, preparando una bella carriera davanti e dietro la telecamera.