In mezzo alle tante polemiche che si sono levate in questi ultimi giorno intorno alla riforma del Mes, passaggio che ha visto una parte (molto piccola, rispetto alla previsioni) del Movimento Cinque Stelle votare “no”, ci sono anche tante voci che si sono levate in senso contrario, cercando di smontare la retorica imprecisa e aggressiva dell’opposizione. Tra queste, la deputata grillina Angela Raffa, che attraverso un lungo post su Facebook ha voluto spiegare perché il suo “sì” non è un atto di tradimento ma anzi un passo in avanti.
“Quante imprecisioni mi è toccato sentire sul Mes senza poter replicare” ha scritto la Rafa. Spiegando poi nel dettaglio: “Al Mes noi abbiamo versato 14 miliardi, cioè la nostra parte per finanziarlo, versata una volta sola (non li dobbiamo dare ogni anno). Ovviamente il Mes non avrà mai alcuna conseguenza per noi fintanto che il nostro governo non lo richiede (e nessuno pensa di farlo, quello di cui leggete sui giornali, il Mes sanitario, è un’altra cosa). Ora con la riforma del Mes permettiamo alle banche in difficoltà (al momento lo sono quelle tedesche e francesi) di usare questi fondi come garanzia. Poi continueremo a versare la nostra quota al bilancio europeo (per il 2018 abbiamo versato 17 miliardi)”.“In cambio otteniamo – scrive ancora Raffa – 208,8 miliardi di euro dal fondo per la ripresa, la Banca centrale europea continua a comprare i nostri titoli del debito pubblico ben oltre quanto dovrebbe, resta abolito il famoso Patto di stabilità del 3% nel rapporto deficit pil (anche questo era nel nostro programma elettorale, ma alcuni vedono solo quello che conviene loro). Sono l’unica a vedere la sproporzione evidente a nostro favore? Di cosa stiamo parlando? Certo il Mes a me non piace, non ci conviene, ma è il prezzo che paghiamo per ricevere in cambio tanto di più”.
E ancora: “Avevate promesso lo smantellamento del Mes?’ Ad accordo chiuso posso rispondervi. Quello che c’era scritto nel programma elettorale è che il sistema di aiuti in favore degli stati in difficoltà (il Mes appunto) non andava bene perché in cambio di un aiuto immediato, pretendeva condizioni troppo penalizzanti. Se vogliamo eliminare il sistema di aiuti, e siamo noi paesi Mediterranei a chiederlo, ci vuole un attimo. Il punto del nostro programma non era abolire il Mes, ma sostituirlo con qualcosa di più conveniente per i Paesi che ne avessero di bisogno. E, scusate, cosa è questo forte aiuto che adesso sta arrivando dalla Bce e prima non c’era? Cosa è lo stesso Recovery fund, gestito ora direttamente dalla commissione europea e non da un fondo in Lussemburgo come è il Mes, se non un suo superamento?”.
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